Omicidi Vicenza: chi sono le donne vittime di femminicidio

Zlatan Vasiljevic si è sparato quando si è sentito braccato nella sua fuga. L'unico, tragico destino dell'ex moglie Lidija, che l'aveva denunciato per botte e maltrattamenti, e Gabriela, l'ultima fidanzata che aveva da poco interrorro una relazione con lui

Zlatan Vasiljevic e Lidia Mijkovic tratta dal profilo Facebook dell'uomo

Zlatan Vasiljevic e Lidia Mijkovic tratta dal profilo Facebook dell'uomo

Vicenza, 9 giugno 2022 - Lidjia Miljcovic e Gabriela Serrano unite da un unico, tragico destino: ammazzate da Zlatan Vasiljevic, che poi ha puntato l'arma su di sé e si è sparato. Ma la tragedia poteva essere anche più grande se le due granate lanciate dall'auto dall'uomo verso l'autostrada A4 avessero colpito qualcuno. Prima il colpo alla testa a Gabriela, che aveva da poco interotto la relazione con quell'uomo violento, poi con il cadavere della donna in auto Zlatan si è diretto a Vicenza, dove ha freddato l'ex moglie. E dopo la fuga in tangenziale, ha fermato l'auto in una piazzola di sosta e si è sparato un proiettole in bocca

Giornata di sangue, ieri, a Vicenza. Prima il ritrovamento del corpo di Lidjia, 42 anni, in una pozza di sangue, nel quartiere Gogna di Vicenza. Ammazzata a colpi di pistola dal suo ex marito, con cui aveva avuto due figli di 16 e 13 anni ora orfani, già denunciato per botte e maltrattamenti e con cui aveva in atto una battaglia legale. Poi la gigantesca caccia all'uomo, con ricerche in tutta la città. Saranno le autopsie a fare piena luce sul duplice femminicidio di Vicenza. L'esame autoptico riguarderà non solo le donne uccise da Zlatan Vasiljevic, ma anche lo stesso assassino. Gli investigatori vogliono chiarire l'esatta dinamica dei fatti.

Se Lidia aveva ottenuto il divorzio dal marito poche settimane fa, dopo essere stata per anni picchiata e brutalizzata, anche Gabriela aveva avuto un passato simile. Lo racconta il suo avvocato, Alessandra Neri. La venezuelana, a causa dei maltrattamenti subiti dall'ex coniuge, aveva ottenuto dalla Procura di Padova un ordine di protezione con divieto di avvicinamento. L'ex marito si trova attualmente in Spagna e sarà sentito a breve dagli investigatori. “È strano che lei abbia accettato di raggiungere l'omicida – dosserva la legale – perchè la loro relazione si era interrotta a causa delle violenze a cui Vasiljevic l'aveva sottoposta, e prima di lui il marito.

Cosa sta emergendo dalle indagini:

Le tre vittime di Vicenza
Le tre vittime di Vicenza

La dinamica: Gabriela è la prima vittima

È stata Gabriela Serrano ad essere uccisa per prima da Zlatan Vasiljevic, il bosniaco che ieri ha sparato a Vicenza all'ex moglie e all'ex compagna prima di rivolgere la pistola contro di sé. La donna venezuelana aveva interrotto da poco la relazione con il bosniaco, iniziata dopo la separazione da Lidia Miljkovic. È quanto emerge dalla ricostruzione degli investigatori.

Zlatan Vasiljevic ieri ha chiamato di primo mattino l'ex compagna Gabriela Serrano, con la quale aveva interrotto la relazione da alcuni mesi, l'ha spinta a raggiungerlo da Rubano, nel Padovano, a Vicenza con la sua auto. Dopo essere salito sulla vettura, l'uomo si è diretto verso il quartiere Vigogna di Vicenza e qui ha ucciso Gabriela con un solo colpo alla nuca.

Con il corpo senza vita della donna nell'auto, è arrivato in via Vigolo e ha atteso l'arrivo dell'ex moglie. Quando ha visto Lidia Miljkovic non ha avuto esitazioni: l'ha uccisa a colpi di pistola. Compiuta la doppia mattanza si è diretto verso la tangenziale di Vicenza e si è suicidato con la stessa pistola, detenuta illegalmente.

Cosa è successo

Vasiljevic - disoccupato bosniaco di 42 anni - era fuggito in auto con a bordo la nuova compagna, la commessa 36enne di Rubano (Padova), di origine venezuelana, Gabriela Serrano. Sentendosi probabilmente braccato,Vasiljevic prima ha giustiziato la 36enne con un colpo alla nuca, poi si è ucciso. La vettura con a bordo i due cadaveri è stata trovata nel pomeriggio in una piazzola di sosta lungo la tangenziale, a bordo anche alcune granate di fabbricazione slava. Due di queste, si è scoperto, erano state prima lanciate verso l'autostrada A4. 

Il questore di Vicenza Paolo Sartori ha nel frattempo riferito altri particolari sull'epilogo della strage. Gli artificieri sono intervenuti perché temevano che nell'auto, di proprietà del marito di Gabriela, in cui è stato ritrovato il corpo dell'omicida insieme al cadavere della venezuelana, ci potessero essere delle trappole esplosive. All'interno della vettura non sono state rinvenute.

In compenso gli investigatori vi hanno trovato due pistole e quattro caricatori. Vasiljevic aveva ancora in pugno l'arma con un colpo in canna con la quale si era suicidato e con la quale presumibilmente ha ucciso Gabriela. Dentro la vettura sono stati ritrovati più di due bossoli, un particolare che fa ritenere che contro Gabriela, a parte il proiettile alla nuca che l'ha uccisa, sia stato sparato almeno un altro colpo. Per ragioni di sicurezza, prima di ritrovare morto Vasiljevic, la Questura aveva trasportato negli uffici di Polizia sia i figli dell'uomo che i suoceri, temendo una strage.

Zlatan Vasiljevic e Lidia Mijkovic tratta dal profilo Facebook dell'uomo
Zlatan Vasiljevic e Lidia Mijkovic tratta dal profilo Facebook dell'uomo

Chi era Zlatan Vasiljevic?

Le frasi maschiliste e la personalità pericolosa. “L'uomo non è fatto per le sconfitte. Un uomo può essere distrutto, ma mai sconfitto”. È solo una delle tante citazioni scritte sul web da Zlatan Vasiljevic per sfogare la rabbia. Citazioni colte, prese da Ernest Hemingway, piegate a una visione maschilista della vita, spia di una personalità pericolosa. “Spesso un uomo soffre per alcuni anni, si calma, sopporta le punizioni più crudeli, e poi si abbatte su piccole cose, su qualche sciocchezza, quasi per niente”, scriveva il killer sul proprio profilo facebook citando Dostoevskij, ma anche un po’ la propria vicenda personale. Succedeva nell’estate 2021, stando a quanto riferisce il Gazzettino.

A nulla era servito anche un corso riabilitativo che il 42enne bosniaco aveva seguito in una comunità di recupero di Bassano, nel Vicentino. Un corso di sostegno per uomini violenti, che aveva rilasciato a Zlatan, dopo un percorso psicologo e di psicoanalisi, un attestato di partecipazione, e che, secondo quanto riferisce il Corriere del Veneto, gli aveva permesso di ottenere dei benefici rispetto alla pena scontata in carcere dopo l'arresto nel 2019 per i maltrattamenti all'ex moglie.

Ma il carattere pericoloso di Zlatan era ben chiaro a chi aveva seguito le sue vicende giudiziarie. Nelle denunce di Lidia, l'ex moglie uccisa ieri a colpi di pistola, c'erano frasi inquietanti pronunciate da questi durante i violenti litigi in casa: “Io ti uccido, ti cavo gli occhi”.

Gabriela, non è complice del primo omicidio

Gabriela Serrano, la seconda vittima della follia omicida del 42nne bosniaco, non ha avuto un ruolo di complicità nell’uccisione di Lidia Miljkovic. È uno degli elementi che gli inquirenti hanno cercato di chiarire: la giovane fidanzata venezuelana di Zlatan Vasiljevic, infatti, era stata già a bordo dell'auto con cui il killer ha raggiunto Schio per uccidere con 6-7 colpi di pistola l'ex moglie, madre dei suoi due figli. Ma era già morta: Gabriela è stata la prima delle due vittime del piano omicida dell'uomo.

La nuova compagna di Vasiljevic – madre anch'essa di due figli, di cui uno minorenne – è stata uccisa con un colpo di pistola alla testa, prima che il 42enne facesse fuoco con la stessa pistola calibro 22 contro se stesso, sparandosi in bocca. Le indagini, spiega una nota del procuratore di Vicenza, Giorgio Bruno, dovranno appurare l'esatta cronologia dell'omicidio-suicidio: è possibile che l'uomo abbia fatto fuoco contro Gabriella Serrano durante la fuga in macchina, prima di fermare e accostare la Mazda sulla tangenziale di Vicenza per togliersi infine la vita.

Granate, pistole e munizioni a bordo

Nella vettura c'erano un'altra pistola, anch'essa di piccolo calibro, e munizioni. Ma anche una seconda granata – un ordigno modello M52, di produzione slava – oltre a quella che Zlatan aveva lanciato per proteggersi la fuga. L'esplosione della bomba, lanciata verso la carreggiata dell'autostrada, che scorre parallela alla tangenziale, aveva danneggiato anche una vettura che transitava in quel momento sulla A4. Il conducente, non capendo subito l'origine di quel botto, aveva poi trovato la carrozzeria perforata dalle schegge.

Vasiljevic, arrestato nel 2019 per maltrattamenti in famiglia e minacce, aveva finito di scontare nel febbraio 2021 le misure cautelari – divieto di avvicinamento alla ex moglie, e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria – che i giudici di Vicenza avevano emesso a suo carico.

Una tragedia annunciata?

Lidjia Miljcovic si era rifatta una vita: si era innamorata di Daniele Mondello, con cui lavorava da 8 anni in un'azienda specializzata in catering e ogni tanto lavorava come colf nelle ville vicentine. Provando a dimenticare il suo passato costellato di violenze: l'ex marito era stato arrestato nel 2019 per reiterati maltrattamenti in famiglia e ora il tribunale di Vicenza aveva dichiarato la cessazione dell'affido esclusivo dei due figli, di 13 e 16 anni.

"Lidia diceva sempre che se l'avessero cacciato definitivamente, lui avrebbe combinato qualcosa di terribile. Ed eccoci qua", afferma con rabbia Mondello a Repubblica. 

Sindaci e istituzioni in piazza

La città è vicina alle due donne uccise questa mattina dal 42enne Zlatan Vasiljevic, l’uomo che prima ha sparato all’ex moglie – la coetanea Lidia Miljkovic – e poi, dopo una fuga in auto, ha ammazzato anche l’attuale compagna – una giovane donna venezuelana, per il momento senza identità – prima di togliersi la vita. Stasera, alle 19, i vicentini si riuniranno in piazza dei Signori per un minuto di raccoglimento e silenzio, per il doppio femminicidio compiuto dal killer.

"A nome della città e della provincia, esprimo profondo sgomento per questa terribile tragedia che ha sconvolto la nostra comunità, incredula di fronte a tanta violenza. Come amministrazione, condanniamo con forza quanto accaduto, aspettando di capire l'origine di questa follia e confidando nella professionalità degli inquirenti e delle forze dell'ordine che stanno indagando", afferma il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco. "Chiedo ai vicentini, ai sindaci, agli amministratori pubblici e ai rappresentanti delle del territorio di partecipare al momento di silenzio, per dare un segnale forte contro ogni tipo di violenza sulle donne", conclude il primo cittadino.

“Siamo davvero sgomenti di fronte alla tragedia che si è consumata oggi in città. Quello del femminicidio e delle violenze sulle donne è un fenomeno sempre più inaccettabile e che assume, come nel caso di Vicenza, contorni sempre più brutali e tragici. Una situazione che impone un moltiplicarsi degli sforzi da parte delle istituzioni, dal livello nazionale a quello territoriale”. Così il capogruppo del Pd Veneto, Giacomo Possamai, commenta l'assassinio di Lijdia Miljkovic e di un'ulteriore donna da parte del serbo, che si è successivamente tolto la vita.