Fontana presidente della Camera, Zaia: "Un veneto sullo scranno più alto di Montecitorio"

Il neo letto ha strizzato l'occhio all'elettorato veneto parlando di autonomia nel discorso di insendiamento, mentre i veneti Zan e Scarpa lo hanno contestato in aula con uno striscione

Verona, 14 ottobre 2022 – L’orgoglio veneto è alle stelle, da oggi la terza carica dello Stato parla scaligero. È il veronese Lorenzo Fontana il nuovo presidente della Camera, eletto a maggioranza assoluta da 222 parlamentari su 392 votanti. Festeggia la Lega per un risultato a deciso a tavolino nei giorni scorsi, con la fazione dei salviniani in prima linea, che riconferma la centralità del Veneto: persa la rappresentanza alla presidenza del Senato, con l’uscita di scena di Maria Elisabetta Alberti Casellati – trevigiana di nascita e padovana d’adozione, con la residenza nella centralissima via Euganea – è Verona a salire agli onori di Montecitorio. Tifosissimo dell'Hellas, cresciuto tra le fila veronesi del Carroccio, Fontana si è laureato nello storico ateneo di Padova Sommario:

Lorenzo Fontana durante l'insediamento e lo striscione Dem srotolato in aula
Lorenzo Fontana durante l'insediamento e lo striscione Dem srotolato in aula

Zaia: “Un veneto sullo scranno più alto”

Puntuali, arrivano i complimenti istituzionali del governatore veneto, Luca Zaia, anche se dall’altra parte della barricata leghista. “Non senza orgoglio per un veneto sullo scranno più alto di Montecitorio, faccio i miei complimenti per l'elezione e sinceri auguri di buon lavoro”, ha detto il presidente del Veneto, celando dietro ai suo perfetto aplomb istituzionale la divisione in casa Lega.

Fontana è infatti il vice del segretario Salvini, a legarli una profonda amicizia. Zaia è invece il “nemico in casa”, l’uomo che potrebbe scalzare Salvini al prossimo congresso e che, sicuramente, chiederà conto al duo leghista sulla tanto agognata autonomia delle regioni. E, infatti, già incalza: “I due rami del Parlamento saranno anche chiamati a occuparsi concretamente di riforme, tra le quali quella dell'autonomia ci sta particolarmente a cuore”.

Dossier Regioni

Nel discorso di insediamento di Fontana, non sono mancate le rassicurazioni all'elettorato veneto, che alle urne ha “tradito” la Lega facendo confluire i consensi si Fratelli d’Italia, forse anche con il beneplacito dei governatori, come accusato dallo stesso Salvini. “Come ricordato da Mattarella il ruolo delle autonomie è decisivo: il pluralismo delle istituzioni rafforza la democrazia e la società. Dalle risposte che daremo dipenderà la qualità della democrazia. Serve portare avanti grande collaborazione”, ha detto il nuovo presidente della Camera, Lorenzo Fontana, nel suo intervento in aula dopo la proclamazione.

“Con l'elezione di Fontana, dopo quella di La Russa al Senato – aggiunge Zaia – il Parlamento si avvia ad affrontare molte sfide complesse, a cominciare dalle decisioni da prendere per fronteggiare la crisi e il generalizzato aumento dei costi per la gente comune e le imprese”. Ma non solo. “A Fontana rivolgo da subito la completa disponibilità istituzionale della Regione Veneto a collaborare ovunque possibile, in una fase storica difficilissima nella quale fare squadra a ogni livello è fondamentale”, conclude Zaia.

“Dritti verso l’obiettivo: l’autonomia”

“Ho ascoltato con attenzione il discorso d'insediamento e devo dire che è partito con il piede giusto sul fronte dell'autonomia, citando il presidente Mattarella e anche quella che è una riforma prevista dalla Costituzione, e non un atto sovversivo come qualcuno si ostina ancora a descrivere”. Commenta così il governatore Zaia le parole di Lorenzo Fontana sull’autonomia. “Ben venga questa impostazione – prosegue Zaia – si parte con il piede giusto. Con leale collaborazione e soprattutto dritti verso l'obbiettivo: l'autonomia. Il tutto, peraltro – conclude il governatore – nel rispetto delle indicazioni che ha dato il popolo in Veneto il 22 ottobre 2017, quando 2 milioni 273 mila persone andarono a votare al referendum, scegliendo il sì al 98%”.

Striscione veneto a Montecitorio

Partiti dal Nordest alla volta di Roma, al momento della proclamazione di Fontana tre Dem hanno srotolato uno striscione in Parlamento: “No a un presidente omofobo, pro Putin”. A temerlo in mano, il padovano Alessandro Zan – “padre del Ddl contro l'omofobia e patron del famoso “Padova Village Pride” – e dalle “matricole” di Montecitorio: Rachele Scarpa, trevigiana e neo eletta in Veneto, e la collega trentina Sara Ferrari, approdata in Parlamento dopo 14 anni di attività al consiglio provinciale di Trento.