Plastic connection, smaltimento illecito di 22 mila tonnellate di rifiuti/VIDEO

L'indagine vede coinvolte 4 province del Veneto ma anche Napoli, Avellino, Pisa. Sequestrati stabilimenti, conti e beni per 1,5 milioni di euro

Plastica in un magazzino

Plastica in un magazzino

Veneto, 20 settembre 2021 - 'Plastic connection': traffico illegale di rifiuti partito da un'indagine dei carabinieri di Belluno, ha poi coinvolto imprenditori veneti ma anche di altre realtà italiane tra cui Napoli.  Dodici misure restrittive sono state eseguite dai carabinieri a conclusione di una indagine della Dda di Venezia, denominata "Plastic connection", nei confronti di presunti appartenenti ad una associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.  L'operazione condotta dai militari dell'Arma di Belluno è stata estesa anche nelle province di Treviso, Padova, Vicenza, Napoli, Avellino e Pisa.   L'indagine avviata dopo una attività investigativa su un'importante ditta di rifiuti, ha consentito di acquisire concreti elementi. 

Sequestrati 3 stabilimenti, conti e beni per 1,5 milioni di euro

L'ipotesi è che faccendieri senza scrupoli abbiano messo in contatto imprenditori del nord, titolari di attività specializzate o affini allo smaltimento rifiuti, con altri del meridione, inseriti nella filiera della lavorazione della plastica, consentendo a questi ultimi di smaltire i loro rifiuti, tra cui anche quelli speciali, attraverso l'introduzione nel ciclo produttivo delle aziende del nord o accantonandoli in improvvisati luoghi di stoccaggio, attigui alle aziende stesse.  L'attività investigativa ha consentito di raccogliere elementi tali da disporre il sequestro di 3 stabilimenti operanti nel settore, nonché di beni mobili ed immobili, e di conti correnti tali da andare a coprire la somma di 1milione mezzo di euro, stabilita dal GIP nel decreto preventivo di sequestro come equivalente del danno provocato dal reato da finalizzare alla confisca.  

2 milioni di euro dirottati su conti esteri

Ulteriori accertamenti hanno consentito inoltre di accertare la produzioni di irregolari documenti fiscali per creare fittizi rapporti commerciali e relative fatturazioni al fine di occultare l'indebito profitto della principale attività. Indagate a piede libero anche altre 10 persone. I carabinieri ipotizzano il dirottamento su conti esteri di circa due milioni di euro, sia lo smaltimento illecito di 22mila tonnellate di rifiuti equiparabili ad una colonna di TIR lunga 7 chilometri oppure riempire una superficie come piazza San Marco con uno strato di 5 metri di rifiuti.