Venezia, gli invisibili della cultura: il 48% sfiora la soglia di povertà

L’Università Ca’ Foscari presenta uno studio che fa luce sulla situazione dei lavoratori indipendenti veneti che operano nel settore culturale a un anno dallo scoppio della pandemia

Teatro vuoto

Teatro vuoto

Venezia, 6 maggio 2021 - I lavoratori veneti indipendenti che operano nel settore cultura vedono un futuro a tinte molto scure. È questo lo scenario che si delinea, secondo studio presentato dall’Università di Venezia, Ca’ Foscari, a più di un anno dallo scoppio della pandemia in Italia. 

Chi sono gli “invisibili”

È una mappatura degli ‘invisibili della cultura’, coloro che svolgono un lavoro culturale indipendente, quello che non si realizza all’interno di imprese o nelle grandi e piccole istituzioni pubbliche. Una ricerca che è stata condotta dal Laboratorio MacLab del Dipartimento Management dell’Università Ca’ Foscari, dal prof. Fabrizio Panozzo docente di management della cultura, dalla ricercatrice Angela Nativio, e dal data analyst Sergio Marchesini.

Sono per lo più attori, artisti, sceneggiatori, artisti visivi, scrittori, filmaker, e professionisti che producono contenuti culturali, attivi soprattutto nelle province di Venezia (22,3%), Treviso (21,3%) e Padova (19,9%). Tutti hanno risentito dell’“Effetto Covid”, che ha messo in forte sofferenza il settore con la sospensione e chiusura dei luoghi della cultura. Rispetto al 2019, nel 2020 in regione sono diminuite del 31,6% le mostre di arti visive, del 35,5% gli spettacoli teatrali e del 37,5% i concerti. 

Reddito da soglia di povertà

Interessante è anche la distribuzione delle attività dei lavoratori che emerge dallo studio di Cà Foscari. Per il 19,2% i lavoratori culturali sono impegnati nella gestione di spazi, il 18,3% fa teatro, il 16,3% laboratori con le scuole e il 10% si occupa di arti visive. 

E a fronte del fatto che il 77,9% di loro svolge in maniera continuativa la professione, dal punto di vista del reddito la ricerca mette in luce come il 48% dei lavoratori culturali in Veneto dichiari entrate inferiori ai 10.000 euro l’anno, situandosi così sulla soglia della povertà.

Con uno scenario del genere non stupisce che, per quanto riguarda le prospettive per il futuro dei lavoratori, domini una sensazione di profondo pessimismo, con oltre il 24,3% degli intervistati che vede davanti a sé la catastrofe. Malgrado ciò, la maggioranza relativa (28%) di lavoratori culturali esprime resilienza scegliendo “tengo botta” come frase che meglio coglie lo spirito del momento.