Verona, morì a 29 anni per un dosso fuori norma: confermata la condanna per i tecnici

Il giovane veneziano Ermes Riparelli perse la vita nel 2006. Il processo stabilì che il rialzo di 14 centimetri era troppo alto e non adeguatamente segnalato

Incidente (immagini di repertorio)

Incidente (immagini di repertorio)

Verona, 18 gennaio 2022 – Pena definitiva per i due tecnici del comune Castel D'Azzano nel Veronese. La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi dei due imputati per l'omicidio colposo di Ermes Riparelli, il giovane di Galta di Vigonovo che l'11 settembre del 2006 morì dopo aver centrato un dosso in una strada del comune di Castel D'Azzano.

La famiglia si era costituita con l'avvocato padovano Pietro Someda. “I lavori non erano ancora conclusi - ricordano i genitori di Eros, Giuseppe Riparelli e Susanna Alibardi - e non erano nemmeno segnalati adeguatamente. Ciò ha causato la caduta e la morte immediata di nostro figlio. I responsabili cercarono di imputare le responsabilità dell'accaduto al nostro Eros”.

La pena inflitta dal tribunale di Verona e confermata dalla corte d'Appello di Venezia è diventata quindi definitiva: un anno, pena sospesa per il responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Castel D'Azzano e per il realizzatore del dosso fuori norma su cui perse la vita il 29enne di origini veneziane. Il processo stabilì che il rialzo di 14 centimetri era troppo alto e non adeguatamente segnalato.

“Ci sono voluti 15 anni, ma alla fine la famiglia del giovane Eros Riparelli ha ottenuto giustizia - dice Alberto Pallotti, presidente dell'Aifvs, Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Odv che ha seguito il processo -. La nostra associazione, che difende i familiari e le vittime della strada, non può che esprimere soddisfazione”.