Premio 'Veneziano dell'Anno' all'infettivologo Monticelli: fu il primo a trovare il Covid

Jacopo Monticelli è stato il primo medico che nel febbraio 2020 chiese all'ospedale di Schiavonia di eseguire un test Covid su un paziente ricoverato per polponite

La consegna del premio "Veneziano dell'Anno 2020"

La consegna del premio "Veneziano dell'Anno 2020"

Venezia, 16 gennaio – L’infettivologo Jacopo Monticelli è il “Veneziano dell'Anno 2020”, il primo medico veneto ad avere intuito la minaccia del Covid. Era stato lui a chiedere alla sua direzione sanitaria, per la prima volta, un test per la ricerca del Coronavirus a un paziente ricoverato nell'ospedale distrettuale di Schiavonìa per polmonite.

E questa mattina, durante la cerimonia di consegna del premio al Teatro La Fenice, è stata Elena Marcon, della direzione medica dell'ospedale di Schiavonìa, a ricordare quei terribili momenti immediatamente successivi al fatidico 20 febbraio 2020: la tensione, il duro lavoro, la stanchezza, la preoccupazione, ma anche la solidarietà della popolazione e la collaborazione delle Forze dell'ordine.

Giunto alla 42esima edizione, il riconoscimento ogni anno viene intitolato ad un evento diverso ed è promosso dall'associazione Settemari e assegnato a chi, con il proprio impegno e la propria testimonianza, diffonde il prestigio della città lagunare nel mondo. La premiazione si è svolta questa mattina nelle Sale Apollinee del teatro La Fenice di Venezia. "Il merito di Jacopo Monticelli – è stato dichiarato con la lettura delle motivazioni del premio – è stato quello di avere intuito per primo la diffusione in Europa dell'infezione da Covid, intendendo questo riconoscimento esteso agli operatori della sanità, tutti prodigatisi in prima linea, spesso fino al martirio, per il soccorso ai malati e il contenimento dell'epidemia".

Le motivazioni del premio

“Nonostante la sua giovane età – ha dichiarato la presidente del consiglio comunale di Venezia, Ermelinda Damiano, portando i saluti del sindaco e dell'Amministrazione comunale – Jacopo Monticelli grazie alla sua competenza, alle sue capacità e al suo talento, ha avuto una grande intuizione rispetto a una situazione che poco dopo sarebbe diventata un'emergenza sanitaria mondiale”.

Un premio che va a tutti i sanitari, da due anni impegnati sul campo nella difficile battaglia contro il virus. “Questo giovane medico, oggi rappresenta un simbolo di speranza – continua Damiano– e viene premiato in rappresentanza di tutti gli operatori della sanità che dall'inizio della pandemia sono in prima linea per contrastare e contenere gli effetti del virus, per curare i malati con dedizione e spirito di servizio. Nella drammaticità di questi eventi, Venezia e l'Amministrazione comunale si uniscono ai ringraziamenti per il loro impegno e il loro lavoro".

Monticelli: “I germi sono come i demoni di una storia medievale”

"Ho scelto la specializzazione in Malattie infettive dopo la laurea in medicina – ha spiegato il vincitore del premio, Jacopo Monticelli – perché i germi sono come i demoni di una storia medievale. Quando ne conosci il nome sai come comportarti, come contenerli, come trattarli. Nel mio lavoro ho trovato sempre affascinante riuscire a dare il nome corretto alle cose: anche in quel periodo cruciale, perché c'erano delle polmoniti che non mi spiegavo. Per questo ho deciso di fare quei primi tamponi: dopo di che, la Regione Veneto e il Sistema sanitario si sono messi in moto”.

“È molto bello che questo premio sia esteso a tutti i medici, perché il nostro è un lavoro di squadra", ha sottolineato l’infettivologo al ritiro del premio. Il riconoscimento è stato consegnato da due rappresentanti dei giovani premiati nell'edizione precedente, "Gli angeli dell'acqua alta", la nuova generazione del terzo millennio, che si mobilitò immediatamente in soccorso alla città devastata e ferita dall'Acqua granda del 12 novembre del 2019.

Le edizioni precedenti

Dalla prima edizione del premio, del 1978, sono state tante le persone a essere insignite del riconoscimento fra cui Adriana Albini, Doretta Davanzo Poli, Pino Donaggio, Bebe Vio, Damiano Michieletto. Tra gli enti, invece, nell’albo d’onore ci sono, tra gli altri, la Comunità mechitarista Armena, il Gran Teatro La Fenice, la Comunità Ebraica.