Verona, 3,5 quintali di cocaina nascosti tra sanitari su furgone: arresto in autostrada

Il mezzo fermato dalla Polstrada per accertamenti; di rinforzo agenti della Guardia di Finanza. Sequestrata droga per un valore di 35 milioni di euro

La cocaina sequestrata a Verona

La cocaina sequestrata a Verona

Verona, 9 novembre 2021 - Un'operazione congiunta della Polizia Stradale e della Guardia di Finanza di Verona ha portato all'arresto di un 40enne lombardo e al sequestro di oltre tre quintali e mezzo di cocaina per un valore, sul mercato, di 35 milioni di euro.  L'uomo viaggiava in autostrada a bordo di un camion che ha destato l'attenzione di una pattuglia della Stradale della Sottosezione di Verona Sud perché malconcio e con alcune luci fulminate.  Sgominato traffico internazionale di cocaina: 10 arresti e sequestri in 5 regioni

La droga in 300 panetti tra wc e lavandini

Durante il controllo è emerso che il mezzo conteneva materiale idraulico (tra cui wc, lavandini e altri articoli da bagno), ma il conducente non era in grado di esibire alcun documento di trasporto.  Ipotizzando illeciti economico-finanziari, i poliziotti si sono avvalsi del supporto della Guardia di Finanza.  Il crescente nervosismo dell'uomo ha indotto ad un'ispezione più accurata che ha permesso di scoprire, occultati come mattonelle tra gli articoli da bagno, 300 panetti del peso complessivo di oltre 355 chili contenenti cocaina purissima.  Il responsabile è stato quindi arrestato per traffico di droga e, su disposizione del pm Mauro Leo Tenaglia, è stato trasferito in carcere in attesa dell'udienza di convalida. Il sequestro risulta essere il più ingente mai effettuato nella città scaligera. Dato il quantitativo è verosimile che la droga fosse destinata ad un mercato più ampio rispetto a quello veronese. 

Altri importanti arresti della Polstrada veronese

Domenica scorsa è finito in manette, sempre durante un normale controllo, un latitante romeno accusato di “creazione di organizzazione criminale”, rapina e furti aggravati: L'uomo era gravato da un mandato di arresto europeo, dovendo espiare oltre 12 anni di prigione in Romania. Ancora prima era stato intercettato un siciliano di 65 anni trovato in possesso di materiale informatico, attrezzature e documenti finalizzati alla clonazione di carte bancomat attraverso la manomissione degli sportelli adibiti al prelievo.