Aviaria a Verona, abbattuti 125mila tacchini. Zoccante: "Virus aggressivo e pericoloso"

Sono sei i focolai scoperti negli allevamenti di tacchini da carne del Veronese. I protocolli di sicurezza sono stati introdotti dopo la grande epidemia del 2017

Focolai di aviaria nel veronese (immagini di repertorio)

Focolai di aviaria nel veronese (immagini di repertorio)

Verona, 3 novembre 2021 – Abbattuti i primi 125mila tacchini da carne nei sei allenamento veronesi in cui sono scoppiati i focolai di aviaria. Si tratta di una variante del virus che gli esperti considerano “particolarmente aggressiva e pericolosa”. Sono scattare le misure di prevenzione in tutti gli allevamenti della provincia, con l'adozione di tutte le misure di sicurezza previste. Ad oggi, nei sei allevamenti veronesi, sono già stati abbattuti 125mila esemplari, ma il conto totale è di oltre 13mila tacchini da abbattere.

“Il virus H5n1 viene descritto dagli esperti come particolarmente aggressivo e pericoloso e quindi la preoccupazione c'è - sottolinea Diego Zoccante, presidente della sezione Allevamenti avicoli di Confagricoltura Verona -, ma sia l'Ulss che gli allevatori sono in possesso di un'esperienza ventennale in materia di aviaria e perciò, al momento, la situazione è sotto controllo”.

Dall'ultima grande epidemia di aviaria, che risale al 2017, tutti i protocolli relativi alla sicurezza sono stati potenziati, con l'introduzione di pratiche mirate a tutelare al massimo gli allevamenti. “Oltre allo stoccaggio e allo smaltimento delle carcasse - spiega Zoccante - stiamo adottando una serie di forme di precauzione come la disinfezione di tutti i mezzi in entrata, il cambio di abbigliamento e scarpe dall'esterno all'interno, il divieto di entrata negli stabilimenti del personale non autorizzato. Sono norme che stanno tenendo, perché erano quattro anni che non registravamo più casi di aviaria”.

Il numero di animali abbattuti nei sei allevamenti veronesi ad oggi è di oltre 125mila tacchini da carne. Nei pressi degli stabilimenti colpiti, è stata rilevata una presenza consistente di animali selvatici - come aironi, gazze e fagiani - che sono stati probabilmente il veicolo del virus.