Rana porta la polenta veneta e il baccalà alla vicentina nello spazio: nutriranno gli astronauti di Axiom

Il pastificio veronese protagonista del progetto Italian Food Space che fornirà un format alimentare bilanciato durante il ritiro che precede il lancio del 9 gennaio

Giovanni Rana Jr. con l'astronauta Walter Villadei

Giovanni Rana Jr. con l'astronauta Walter Villadei

Verona, 16 dicembre 2023 – Per carità, la lingua universale di comunicazione continuerà ad essere l’inglese. Ma parlerà italiano il cibo che nei prossimi giorni accompagnerà gli astronauti della missione spaziale AX-3 di Axiom Space durante il periodo di ritiro che anticipa il lancio del 9 gennaio prossimo a bordo della navicella SpaceX Crew Dragon. E a firmare la grammatica nutrizionale e la sintassi gustativa e anche goduriosa dei menù sarà il Pastificio Rana, protagonista del progetto "Italian Food Space" assieme al ministero dell’Agricoltura e in collaborazione con l’Aeronautica Militare, con l’obiettivo dichiarato e aggiuntivo di sostenere e fare ulteriormente volare la candidatura della cucina italiana a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.

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Novità esperienziale destinata a marcare la storia del Gruppo veronese guidato dall’ad Gian Luca Rana, oggi attivo con 8 stabilimenti in Italia e nel mondo, che ha accettato di curare la fase preparatoria che precede la missione spaziale predisponendo un format alimentare equilibrato e bilanciato in termini di varietà, ingredienti e qualità; studiando piatti in grado di provocare benessere ma anche piacere e convivialità in un momento di comprensibile stress per la crew impegnata a preparare la partenza verso la Stazione Spaziale Internazionale; e firmando una serie di ricette ispirate all’alta cucina, anche grazie all’incontro tra il know-how dei ricercatori e tecnologi alimentari del Gruppo e la competenza del ristorante "stella Michelin" che la stessa holding vanta sempre nel Veronese.

Cinque i pasti giornalieri che verranno serviti a Orlando, in Florida, per tutta la durata del ritiro, dal 26 dicembre al 9 gennaio, per la gioia del colonnello italiano Walter Villadei e dei suoi colleghi Michael López-Alegria, Alper Gezeravci e Marcus Wandt che tra colazione, pranzo e cena potranno gustare specialità ed eccellenze del "Made in Italy" come la polenta bramata veneta, il risotto alla milanese, il baccalà alla vicentina e gli gnocchi al pesto di noci e gorgonzola, ma anche il caciucco alla livornese, e l’immancabile pizza. Con tanto di preparazioni ad hoc per marcare le feste, come il cenone di Capodanno, chiuso da una canonica fetta di panettone.

Peraltro, menù studiati a Verona ma che verranno preparati sul posto, nella location del ritiro, da una squadra di chef appositamente inviati dall’Italia. Naturale l’entusiasmo di Giovanni Rana Jr., Innovation Manager del Gruppo Rana, durante la presentazione dell’iniziativa a Washington in occasione della Giornata Nazionale dello Spazio (celebrata oggi): "Il progetto Italian Food in Space ci permette di continuare la nostra missione: diffondere con grande orgoglio l’esperienza gastronomica italiane nel mondo e adesso anche oltre. Abbiamo deciso di essere a fianco delle istituzioni italiane in questo progetto supportando questo traguardo storico in cui il nostro Paese svolge un ruolo chiave".

E gli ha fatto eco il colonnello Villadei: "Il cibo non è solo un’esigenza ma una preziosa risorsa in un ambiente che ci prepara all’elevato stress-psicofisico del volo spaziale. La giusta combinazione di nutrienti, qualità e gusto diventa una valida contromisura agli effetti legati alle radiazioni, alla microgravità e ai processi ossidativi". Postilla finale, regalata dallo stesso ufficiale: "Per portare in futuro cibo italiano sulla Luna e – perché no – su Marte, saranno necessarie nuove tecnologie e ulteriore ricerca scientifica". Come dire: se il food è un piacere che non conosce barriere, anzi le abbatte, la lingua madre che può renderlo universale può davvero essere l’italiano.