Un cimitero di auto e capannoni di rifiuti: incubo è amianto

L’aereo della Finanza scova zone rosse

Un finanziere nella discarica

Un finanziere nella discarica

Ancona, 22 maggio 2015 - L’aereo della Finanza scopre discariche abusive di rifiuti speciali pericolosi in vasti capannoni agricoli e in un cimitero d’auto: cinque le persone denunciate tra Osimo e Ostra. Gli elicotteri della sezione aerea di Rimini sorvolavano l’intera Provincia quando dall’alto hanno intercettato e segnalato alle Fiamme gialle luoghi sospetti, aree «rosse» dal punto di vista della violazione del paesaggio.

Alla periferia di Osimo ieri la polizia ambientale della Guardia di finanza ha scoperto un grande complesso agricolo industriale adibito a centro di raccolta e gestione rifiuti. Tre le denunce scattate nei confronti dei responsabili per violazione delle norme ambientali. Tutto il complesso poi è stato sequestrato, una mega struttura formata da quattro capannoni che si estendono su oltre 17mila metri quadrati per un valore commerciale di circa un milione di euro. Spostandosi poco più internamente, gli aerei hanno individuato un’altra zona «proibita», nel territorio di Ostra. Era mimetizzato tra la vegetazione quello che sembrava un centro di autodemolizione con annesso capannone con copertura in eternit. In realtà si trattava di un centro di raccolta di auto dismesse e parti meccaniche stoccate all’interno di un grande complesso ma anche all’aria aperta, su un’area di circa mille metri quadrati per un valore totale di 200mila euro.

I militari della Guardia di finanza sono intervenuti con la stazione navale di Ancona e scoperto che dentro quel capannone in degrado e con la copertura di eternit quasi interamente crollata c’erano 110mila chili di rifiuti provenienti per la maggior parte dalla demolizione di autoveicoli. Altre due sono state le persone denunciate a Ostra per violazioni al testo unico sulle norme ambientali che dovranno subito provvedere alla bonifica dell’area. Quell’immobile poi non era neanche stato censito all’Asur. Non solo, mancava proprio il piano di sicurezza d’emergenza per evitare il pericolo di dispersione di fibre d’amianto dal tetto crollato.

Il campanello dell’allarme amianto è scattato subito, il rischio contaminazione è alto. Le indagini delle Fiamme gialle infatti non sono terminate con la denuncia dei responsabili e il sequestro dei capannoni. A causa di quelle dispersioni importanti nelle prossime ore saranno eseguiti dall’Arpam accertamenti per capire se ci sono state contaminazioni di quel minerale tanto nocivo all’ambiente quanto all’uomo.