Il chiostro dei miracoli

Il punto

Ancona, 12 aprile 2015 - L’intramontabile Totò aveva fatto ridere tutta Italia (e non solo) vestendo i panni del truffatore che tentava di rifilare il pacco all’allocco americano facendogli credere di volergli vendere la Fontana di Trevi. Uno spunto dalla realtà il grande Totò dovrà averlo pur preso. Non c’è niente da fare: passano gli anni, il Paese cambia, ma la morale è sempre la stessa. C’è sempre qualcuno che vorrebbe venderti la fontana di Trevi facendo credere di esserne il proprietario.

A Chiaravalle gli allocchi di turno sarebbero stati i cittadini che, forse non del tutto consapevoli del tesoro che hanno tra le mani, un’abbazia fondata nel 1147 dai monaci cistercensi e considerata un pregevole capitolo dell’architettura romanica in Italia, un giorno svegliandosi si sarebbero trovati al suo posto un megastore con tanto di strada dedicata. Persino Gian Antonio Stella dalle pagine del Corriere della Sera ha puntato la sua pregevole penna su questa storia. Probabilmente, se qualcuno avesse potuto, il chiostro romanico lo avrebbe proprio tolto di mezzo.

Meglio «accontentarsi» di uno scambio vantaggioso: il Comune, credendo di essere proprietario dell’area su cui insiste il chiostro del 1147, cede il diritto di superficie alla parrocchia per 99 anni. In cambio ottiene la zona degli orti cistercensi (campagna, che volete che sia) per farla diventare una strada a doppia corsia dedicata a un nuovo centro commerciale. Il Comune si sarebbe quindi venduto la fontana di Trevi di Totò, dato che non avrebbe mai potuto sfiorare con un dito un bene inalienabile. Ma c’è di più. L’allora sindaco Daniela Montali, a fine 2011 avrebbe chiesto alla Soprintendenza l’autorizzazione a cedere il diritto di superficie alla parrocchia senza far parola del vincolo.

E nell’estate del 2012 la Soprintendenza ha dato il via libera. Così dalle carte emergerebbe che si è venduto un chiostro millenario e che a meno di tre metri sfileranno camion e macchine dirette a un megastore al posto di orti il cui valore è dieci volte inferiore a quello dell’area dell’abbazia. Se fosse vivo Totò saprebbe cosa fare per continuare a farci morir dal ridere.