Terremoto oggi, l'esperto: "Le scosse continueranno, ma è meglio così"

Il geofisico Gregori: "Un bene per consentire all’energia dello sciame sismico di scaricarsi". Le ipotesi su quanto durerà

Terremoto, la sala monitoraggio sismico dell'Ingv (Ansa)

Terremoto, la sala monitoraggio sismico dell'Ingv (Ansa)

Ancona, 19 gennaio 2017 - "Tutti sanno che in caso di scosse forti poi si può assistere a repliche anche di discreta intensità e questo può essere solo un bene per consentire all’energia dello sciame sismico di scaricarsi». E’ il geofisico Giovanni Gregori, storico esponente del Cnr (Centro nazionale ricerche), ad evidenziare come la prosecuzione dell’attività sismica anche a stretto giro di posta sia una possibilità da prendere in concreta considerazione, dopo che la giornata di ieri è stata scandita dalla paura per i continui terremoti.

Professor Gregori, perché ritiene che altre scosse sono non solo possibili ma anche per certi versi benvenute?

«So che sembra strano dirlo, ma quando siamo in presenza di un’attività sismica è molto meglio il frazionamento in più movimenti tellurici. Se tutta quell’energia fosse convogliata in un unico colpo sarebbe assai più pericoloso rispetto all’eventualità di farla scaricare in più eventi».

Quindi lei ritiene probabile che i terremoti proseguiranno?

«La statistica ci comunica che quando siamo di fronte ad un’attività importante come questa spesso la sequenza fa registrare diversi eventi. Dobbiamo, insomma, imparare a convivere con certi fenomeni che, per quanti fastidiosi e temibili, sono comunque naturali».

Ma ormai è dall’estate che la terra trema nel centro Italia: c’è un’ipotesi di massima su quanto potrà durare?

«Anche su questo tema ci si può soltanto affidare ai numeri. La casistica dice che in diverse circostanze nel nostro pianeta ci sono sciami sismici che durano non solo mesi, ma addirittura anni. Ovviamente non tutti i terremoti sono percettibili, in quanto specie nell’ultima fase della prolungata sequenza alcuni movimenti vengono rilevati solo dagli apparecchi più evoluti».

Ma è vero che per intensità, durata e numero complessivo di scosse siamo di fronte ad un terremoto per certi versi epocale?

«Effettivamente negli ultimi decenni in Italia non c’è mai stato un sisma di queste proporzioni. Gli studi in atto dimostrano che l’Appennino sta iniziando a spaccarsi nella sua parte più profonda. E’ in corso uno spostamento in senso antiorario che vede la penisola muoversi verso la Sicilia e proprio gli Appennini alle prese con una forte compressione».

Ma lei pensa che un giorno la scienza arriverà a prevedere con una certa attendibilità l’arrivo di nuovi terremoti?

«Proprio il caso dell’Italia centrale viene seguito con attenzione da molti studiosi del settore a livello internazionale in modo da sperimentare nuovi sistemi di ricerca. Io stesso sto pubblicando tre diversi fascicoli su questo evento sismico così importante. Mi auguro solo che organi preposti ed istituzioni credano nel valore della ricerca scientifica e supportino anche quei metodi innovativi che si stanno in qualche modo collaudando. Ad oggi, però, è assurdo pretendere la verità assoluta dagli scienziati che non sono certo sciamani ma persone impegnate nel cercare di accrescere le loro conoscenze».

L'esperto: "L'area del cratere si allarga verso Sud"