Marche, bufera in Regione. I consiglieri compravano di tutto: dai dolci per casa agli smartphone

Nelle 111 pagine dell’accusa spuntano tante amare curiosità

Regione Marche

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Ancona, 13 febbraio 2015 - Dai pasticcini della domenica acquistati sotto casa, allo smartphone di ultima generazione con tanto di copertina di lusso fino al corso di lingua francese.

Tante le curiosità tra le contestazioni mosse dalla Procura di Ancona ai consiglieri regionali e ai funzionari nell’ambito dell’inchiesta sulle «Spese pazze» in Regione, ‘chicche’ che emergono dalle 111 pagine dell’avviso di conclusione delle indagini: molte fanno quasi sorridere, se non fosse che le spese sono state sostenute, secondo l’accusa indebitamente, con i soldi dei contribuenti.

Una cascata di piccole spese che, sommate insieme, arrivano a 1,2 milioni di euro, ossia l’importo complessivo contestato a tutti i 66 indagati dai sostituti procuratori Giovanna Lebboroni e Ruggiero Dicuonzo. Potrebbero far sorridere ad esempio i 28,20 euro spesi dal consigliere dell’Unione di Centro Luca Marconi per acquistare pasticcini, di domenica, in un’attività sotto casa, cui il politico ha voluto aggiungere anche 1,8 euro di caffè. Il tutto addebitato al gruppo consiliare, di cui era presidente l’assessore Maura Malaspina. Fanno meno sorridere i 1.400 euro che lo stesso Marconi spese a fine aprile 2012 per offrire un pranzo a Corridonia a 70 invitati, «poco prima delle elezioni comunali – scrivono i magistrati – tenutesi a Corridonia, Civitanova, Penna San Giovanni, Pieve Torina e Tolentino, quindi in piena campagna elettorale». Sempre a Luca Marconi sono contestati 340 euro per un soggiorno al Waldorf di Rimini per il ponte del primo maggio del 2012.

Alcuni consiglieri, con i soldi del loro gruppo consiliare, si facevano poi recapitare a casa leccornie natalizie o altre prelibatezze marchigiane, e in questo caso troviamo di nuovo Marconi che per il Natale 2011 si fece consegnare a domicilio 90 euro di panettoni e sandwich; spese di più Franco Capponi (presidente del gruppo Forza Italia) per le strenne natalizie del 2008, costate al gruppo oltre 6mila euro: tra gli esborsi contestati, i 160 euro per miele, torte, mostarda, lardo di Colonnata, olio tartufato, formaggio tartufato, alle noci, di fossa, al peperoncino. Ad Ottavio Brini sono invece contestati i 192 euro spesi in valori bollati nella tabaccheria della moglie. Tra gli anconetani, non sfugge alle contestazioni nemmeno Massimo Binci (gruppo Verdi nell’ottava legislatura, Sel nella nona) che ha speso 56 euro nel 2010 per acquistare un corso di francese e un libro intitolato Autostop, o ancora l’anno successivo ha addebitato al gruppo 499 euro per una consulenza mai svolta secondo l’accusa. Particolare la spesa sostenuta da Giuliano Brandoni (ex capogruppo di Rifondazione Comunista) nel 2009: 465 euro per il noleggio di un camper per una settimana, senza indicare a cosa fosse servito. Ma Brandoni sostiene che il camper è servito per proteggere dalle intemperie alcuni operai che manifestavano per il posto di lavoro.