Jesi, blitz al campo nomadi: sgomberata lunga carovana

Quarantatrè persone e 18 tra roulotte e camper hanno dovuto lasciare il piazzale dei Divertimenti

Un accampamento di nomadi (Radaelli)

Un accampamento di nomadi (Radaelli)

Jesi (Ancona), 4 agosto 2015 - Quarantatrè nomadi, una carovana di 18 tra roulotte e camper era approdata nei giorni scorsi, il sindaco Massimo Bacci ha emesso ordinanza di sgombero, ma loro non se ne sono andati.

Così ieri pomeriggio in piazzale dei Divertimenti (dove da settembre si sistemano i giostrai, autorizzati) all’ingresso della zona industriale sono approdate diverse pattuglie di vigili urbani e carabinieri.

Una vera e propria task force: venti - tra polizia locale e carabinieri della compagnia di Jesi - gli uomini impegnati. Sgombero coattivo dei nomadi, di cui ben 38 pregiudicati, i quali erano approdati nei giorni scorsi dal Sud Italia. Non sono mancati momenti di scontro verbale, ma non si sono registrati problemi particolari di ordine pubblico. Alcuni di loro sono stati portati in caserma ieri pomeriggio, ma per accertarne la reale identità.

Tra i trentotto pregiudicati, soprattutto per furti e truffe, anche diversi minori. Nessuno gravato da provvedimenti restrittivi. Da diversi giorni era stato notato l’arrivo e lo stazionamento in quella zona di camper e roulotte – una carovana arrivata da Sud Italia - prive di ogni autorizzazione alla sosta in quell’area. Così ieri mattina la polizia locale, guidata dal comandante Liliana Rovaldi, ha notificato a tutti i proprietari delle roulotte e camper i provvedimenti di sgombero a firma del sindaco Bacci. Ma nel primo pomeriggio nessuno degli occupanti dei 18 mezzi aveva abbandonato il campo abusivo: così carabinieri e polizia locale, hanno deciso di procedere all’identificazione e in seguito all’allontanamento dei nomadi.

Sono stati immediatamente allontanati dai carabinieri, guidati dal comandante Mauro Epifani, anche tutti gli occupanti il piazzale dei Divertimenti. Nel tardo pomeriggio di ieri l’area era praticamente sgombera: soltanto due famiglie hanno ottenuto il permesso di restare per motivi di salute. Dovranno sottoporsi a visite mediche nell’ospedale di Jesi. In ogni caso non è stata effettuata alcuna denuncia o provvedimento restrittivo nei confronti dei quarantatrè nomadi identificati.