Spacca: “Dimettermi? Il Pd è isterico e ha paura”

Così il presidente della Regione al suo ex partito, che gli ha chiesto di farsi da parte dopo l’annuncio della disponibilità a ricandidarsi con una formazione centrista

Gian Mario Spacca (Ansa)

Gian Mario Spacca (Ansa)

Ancona, 24 mar. - “Serietà e senso di responsabilità esigono di assicurare il buon governo della Regione fino all’ultimo giorno della legislatura. E’ dunque necessario scegliere se vengono prima le Marche oppure un partito in preda all’isteria e alla paura”. Il presidente della regione Marche Gian Mario Spacca ribadisce di non avere alcuna intenzione di dimettersi, come chiesto qualche giorno fa dal Partito democratico: “è tragicomico che il Pd chieda le dimissioni proprio lo stesso giorno che il centrodestra dichiara la sua volontà di procedere autonomamente seguendo la propria strada”.

Per Spacca “ora si apre una nuova fase politica nelle Marche, dove sinistra, centro e destra affermano la loro autonomia di percorso e di progetto, avviando un nuovo ciclo della politica regionale. è sul progetto di governo delle Marche che avverrà il confronto, a tutto campo. I cittadini potranno scegliere la proposta che riterranno migliore”. No alle dimissioni, nel frattempo, perchè- spiega Spacca- “siamo in una fase ancora difficile del ciclo economico e della vita di cittadini, famiglie e imprese. Bisogna assolutamente chiudere i progetti avviati: variazione di bilancio, consolidamento della sicurezza sociale e delle fragilità, partenza operativa dei bandi europei 2014-2020 (1,2 miliardi di euro), presenza delle Marche all’Expo, riforma delle Province”.

Poi, Spacca avverte: “Si puo’ anche interrompere la legislatura, ma farlo significherebbe penalizzare le Marche. E comunque sarebbe sempre necessario un ‘governo tecnico’ per completarla. Del resto, ormai mancano pochi giorni per entrare nella fase di amministrazione ordinaria, dove norme specifiche garantiscono l’imparzialità dell’attività amministrativa dinanzi al ruolo dei partiti”. Per Spacca “la vita dell’istituzione regionale, dunque, va salvaguardata e messa in sicurezza fino in fondo con responsabilità, separandola dal vero ‘vulnus politico’ di questi mesi: l’ostinazione del Partito democratico a voler interrompere la collaborazione tra il centro rappresentativo dei mondi vitali e produttivi delle Marche e la sinistra”.

“Per esclusiva volontà del Pd quella che si sta chiudendo non è la legislatura regionale, bensì un ciclo politico che ha garantito il governo efficace del policentrismo marchigiano, anche nella fase economica nazionale piu’ disastrosa dal dopoguerra”. Lo precisa  Spacca, che sottolinea: “Non esiste, dunque, un problema personale; il focus è sulla qualità del progetto di governo delle Marche del futuro. Marche 2020 e il centro volevano rilanciare questa collaborazione per affrontare il difficilissimo scenario che si prepara. A tale progetto di governo il Pd ha sbattuto testardamente e ripetutamente la porta in faccia, nell’illusione di riuscire a governare da solo, anteponendo gli interessi della burocrazia e dell’apparato di partito a quelli della società marchigiana”. Per Spacca “divengono così ridicole e strumentali le accuse avanzate di collaborazione con la cosiddetta destra, ovvero quelle stesse forze politiche con cui il Pd e il premier Renzi governano e stringono ‘pattì a livello nazionale. Da parte mia, ho offerto la disponibilità a guidare un progetto di centro, composto da Marche 2020 e da tutte le forze politiche che sono a livello nazionale insieme a Renzi, in attesa di Area popolare”.