Festa 25 aprile, retorica e politica contaminata

Ancona, 29 aprile 2016 - Ogni 25 Aprile che passa l’anniversario viene sminuito del suo significato. Prendono la parola, il più delle volte, persone che citano cose sentite dire ma che non hanno vissuto la Resistenza perché non erano ancora nate. E questo travisa la realtà, ben diversa da versioni di comodo. Era il ’44, io c’ero, avevo 16 anni e mi salvai per un pelo dai rastrellamenti tedeschi. Mario Bellini, Ancona

Risponde Beppe Boni, vicedirettore de Il Resto del Carlino

 

Purtroppo dopo 70 anni non si riesce ancora a celebrare la Liberazione in modo sereno e senza ideologie. Non è importante che chi parla, scrive, discute abbia vissuto quel periodo altrimenti la parola toccherebbe a pochi reduci o cittadini. E’ fondamentale che chi parli lo faccia con buon senso ed equilibrio. Una volta usciti dal fascismo, che ebbe inqualificabili eccessi di fanatismo ma anche slanci ideali di tanti giovani al fronte fino al 1945, bisogna arrivare a considerare i morti tutti uguali e a celebrare gli anniversari senza retorica nè politica. Senza cambiare la prospettiva della storia. Anche quest’anno, per esempio, alle celebrazioni del 25 è stata contestata la Brigata ebraica da elementi filopalestinesi.

beppe.boni@ilcarlino.net

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