Arte Fiera nel nome di Bowie, le foto dell'inaugurazione

Merola annuncia: "Lavoriamo a una mostra su Bowie". All’inaugurazione dell’edizione 40 c'era anche Lindsay Kemp, storico collaboratore del Duca Bianco IL NOSTRO SPECIALE

Bologna, il taglio del nastro di Arte Fiera (Schicchi)

Bologna, il taglio del nastro di Arte Fiera (Schicchi)

Bologna, 28 gennaio 2016 - Taglio del nastro con sorpresa. La 40esima edizione di Arte Fiera (FOTO) si è aperta con un annuncio del sindaco Virginio Merola: «Un mio sogno sarebbe portare a Bologna una mostra su David Bowie. L’assessore alla Cultura ci sta già lavorando».

Lo ha annunciato il sindaco Virginio Merola, partecipando all’inaugurazione di ArteFiera che è stata dedicata all’artista britannico recentemente scomparso. «Bologna - ha detto Merola - è città creativa della musica dell’Unesco. Dobbiamo rimediare al fatto di non essere mai riusciti a portare David Bowie a suonare qui».

LINDSAY KEMP - «È un bel regalo che il vernissage di Arte Fiera sia dedicato a David Bowie. È stato un artista a tutto tondo. Quando eravamo squattrinati e mangiavamo insieme fish and chips, diceva che quando avrebbe avuto soldi li avrebbe spesi solo in arte. Se fosse qui comprerebbe qualcosa, comprerebbe tutto quello che gli piace». Parola di Lindsay Kemp, grande artista, mimo, regista e coreografo inglese, mentore delle prime stagioni artistiche di Bowie e ospite speciale di Arte Fiera.

Prima di intervenire al momento inaugurale - ma senza performance - Kemp ha incontrato i giornalisti in fiera in una chiacchierata tra arte, ricordi bolognesi e, inevitabilmente, ricordi di Bowie. Partendo dal loro primo incontro, nel camerino di un piccolo teatro di Londra nel 1966 «nella bellissima estate del ‘66. Facevo uno spettacolo intitolato i Saltimbanchi, ispirato a Picasso. Mi regalarono il primo Lp di Bowie. L’ho ascoltato e mi sono innamorato della voce e del personaggio. E una sera era tra il pubblico, contento di sentire la sua musica usata come sottofondo mentre il pubblico entrava. Dopo lo spettacolo è venuto dietro il palco, timido e molto bello, l’arcangelo Gabriele davanti a Maria ed è stato amore a prima vista».

Da lì è iniziata una collaborazione: prima le lezioni di danza («Gli ho insegnato ad esprimere se stesso attraverso il suo corpo. A comunicare attraverso il corpo. Era molto diligente e molto popolare soprattutto tra le donne che durante le improvvisazioni trovavano ogni scusa per saltargli addosso»); poi lo spettacolo ‘Pierrot in Turquoisè. «L’abbiamo portato in giro su e giù per l’Inghilterra. E il suo nome era piccolo? rispetto al mio. Qualche anno dopo, mi chiamò a collaborare per Ziggy Stardust. E il suo nome era enorme».

Quanto alla sua presenza a Bologna, il coreografo ha ricordato come sia stato proprio in questa città - dove più volte ha presentato i suoi spettacoli e dove è stato anche presente a un’edizione di Arte Fiera come artista (ma «non ho venduto niente», ha scherzato) - il suo ultimo incontro con Bowie. Un’influenza importante quella di questo artista che - osservava lo stesso Duca Bianco - non separa quasi mai palco e realtà. Anche ora, in conferenza stampa. Estremizzando la mimica o ironizzando. Anche su quanto di lui ci sia in Bowie perché «non vorrei prendermi troppi crediti. In tanti hanno avuto delle influenze su di lui. Ma io - ha scherzato non si è capito fino a che punto - sono stato il primo e il migliore».

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