Bologna, 14 ottobre 2014 - Joe Tacopina è il nuovo presidente. Guaraldi go home. Non è ben chiaro quale sia la notizia migliore: il Bologna nelle mani degli americani o non più in quelle di Guaraldi? Qualunque priorità si debba dare alle due notizie epocali, nel suo piccolo questa è una festa della liberazione.
L'avvocato di New York ce l'ha fatta. Invocato dai bolognesi e tornato a Bologna su un jet che ha volato sulle ali dell'entusiasmo popolare, l'amico Joe ha scavalcato Zanetti, assumendosi una enorme responsabilità. Se la ha accettata, è ovvio che abbia fatto bene i suoi conti, sapendo quali e quante aspettative dovrà soddisfare. Non è solo.
Quanti amici abbia non è ben chiaro, ma la presenza al suo fianco del ricchissimo canadese Joey Saputo gli permette di coltivare la fiamma del sogno che, improvvisamente, dopo anni di ambizioni congelate, si è accesa, fino a declassificare a ripiego un colosso come Zanetti. Questo volevano i bolognesi e questo hanno avuto: un Bologna no limits, un Bologna che allarghi i suoi orizzonti ancora prima che in città sbarchino Fico e Philip Morris.
Il prezzo che Tacopina ha accettato di pagare alla città è comunque mille volte più alto di quello preteso da Guaraldi e dai suoi soci: Joe, terzo presidente straniero nella storia del Bfc, dopo lo svizzero Rauch e lo slovacco Arnstein, si è assunto una grande responsabilità. Dietro a questa elezione del re' c'è molto più di una questione calcistica, ma la voglia di riscatto di un'intera città, che si sentiva scaduta nell'anonimato.
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