Cassero ’blasfemo’, Pd e Forza Italia insorgono. Il Comune: "Grave offesa"

Forza Italia e l’ala cattolica del Pd insorgono dopo la pubblicazione su Facebook delle foto della serata ’Venerdì credici’: “Basta soldi pubblici“. Lisei: "Vado in procura". Caffarra: "Insulto di inarrivata bassezza". Le scuse del Circolo

Alcune immagini dalla pagina Facebook del Cassero di Bologna

Alcune immagini dalla pagina Facebook del Cassero di Bologna

Bologna, 18 marzo 2015 - Il “Venerdi’ credici” al Cassero di Bologna, la “notte eretica e scaramatica” con tanto di “sbattezzo point”, innesca l’ennesimo affondo e l’ennesima richiesta al Comune di Bologna di tagliare i ponti con il Circolo Arcigay.

Sono le foto post serata, e in particolare una che richiama una vignetta di Charlie Hebdo, a mandare su tutte le furie Forza Italia, ma anche l’ala cattolica del Pd.

Perché se il capogruppo forzista a Palazzo D’Accursio, Michele Facci, ripubblicando la principale foto ‘incriminata’ su Facebook chiede di fermare “le iniziative blasfeme e offensive della dignità dei cristiani”, la consigliera comunale renziana doc Raffaella Santi Casali (anche lei rilanciando la foto) scrive sul social network: “Non trovo una sola ragione per cui questa roba debba avere luogo in una sede del Comune e finanziata coi soldi di tutti”, dice richiamando i tagli al welfare (a danno di minori, anziani e disabili) e i problemi di bilancio di Palazzo D’Accursio.

La foto è indigesta pure per Forza nuova che stamattina l’ha diffuso assieme ad un comunicato stampa: “E’ sufficiente una breve consultazione sulla pagina Facebook del Cassero e più precisamente al post che fa riferimento alla serata in questione per rendersi conto che i soldi pubblici di cui usufruisce” il Cassero “vengono spesi per sponsorizzare serate all’insegna della più becera blasfemia e del più spudorato vilipendio alla religione cristiana”.

A innescare il tutto è appunto un’immagine di tre uomini in fila travestiti come Gesù e i due ladroni della Passione che mimano ironicamente e causticamente pratiche sessuali utilizzando una grossa croce.

Facci annuncia che intende presentare oggi “un’interpellanza per chiedere all’amministrazione se sia opportuno continuare a finanziare certe iniziative come quelle di Cassero Lgbt che si è inventato la riproduzione fotografica delle vignette di Charlie Hebdo. La nostra costituzione garantisce il diritto a professare liberamente la propria fede e di conseguenza anche il diritto a non vedere derisa o denigrata e infamata la stessa fede”. E ancora: “Tolleranza e accettazione delle diversità non significa calpestare e offendere la libertà altrui. Meno che mai quando di mezzo ci sono risorse pubbliche, di tutti i contribuenti”, quindi “è ora di smetterla di far passare per cultura qualunque cosa”.

Secondo Forza Nuova la comunità Lgbt che si straccia “le vesti” dicendosi attaccata, discriminata e perseguitata “da un sistema e da una religione che non li accetta, non li capisce”, dovrebbe “mordersi la lingua” quando parla di libertà e di diritti. Il dresscode della serata al Cassero era anch’esso a tema fortemente religioso, questo l’elenco pubblicato su Fb: “Uccelli di rovo, il nome della rosa, miss pony, padre pio, madonna, savonarola, giordano bruno, orgasmo da rotterdam, caffarra, santi, papesse e divinità”.

La vicenda di "Venerdi' credici", arriva in Procura. Presenteranno denuncia Forza Italia e il Nuovo centrodestra, come annuncia il consigliere comunale Marco Lisei: "Nella giornata di domani mi recherò alla Procura della Repubblica assieme a Galeazzo BignamiValentina Castaldini per denunciare quanto accaduto all'interno del Cassero, un immobile del Comune di Bologna a canone zero. L'esercizio della libertà di espressione ha dei limiti, oggi a mio avviso sono stati superati ampiamente e questo da un soggetto, il Cassero, che eroga un servizio pubblico pagato da tutti i contribuenti. Il sindaco e la maggioranza hanno pesanti responsabilità su quanto accaduto visto che la scelta di concedere l'immobile gratuitamente è la loro nonostante i bilanci del Cassero facciano invidia a qualsiasi commerciante. E' vero che siamo riusciti ad ottenere che nel rinnovo della convenzione non gli vengano più pagate le utenze, ma di fronte a questo anche i locali non possono essere più concessi. Il nostro codice penale prevede e tutela espressamente il sentimento religioso così come la nostra costituzione, sarà la Procura a decidere se ci sia reato o meno. Saremo tacciati di omofobia come al solito, ma chi mi conosce sa che non ho alcun pregiudizio se non quando vengono sperperati soldi pubblici e quando si confonde l'esercizio di un diritto con la possibilità di offendere il sentimento religioso altrui. Lunedì, peraltro, depositerò un ordine del giorno per chiedere la sospensione della concessione al Cassero ed inoltre, qualora vi sia un procedimento penale che il Comune di Bologna si costituisca parte civile".

«Se giungeranno denunce, le valuteremo con attenzione», è il commento del procuratore aggiunto Valter Giovannini.

 

IL COMUNE

"Nessuna censura ma il Cassero si assuma la responsabilità di una grave offesa, che ha molto più del volgare e provocatorio. La cultura dei diritti che vede da sempre questa città differenziarsi è stata costruita attraverso una diffusa cultura del rispetto, che ci pare mancato in questa occasione". Così, in una nota, il Comune di Bologna.

 

CAFFARRA

Questo l'intervento integrale dell'arcivescovo, il cardinale Carlo Caffarra: "Le fotografie della serata “Venerdì credici” al Cassero di Bologna sono un insulto di inarrivata bassezza e di diabolica perfidia a Cristo in Croce. Non si era ancora giunti a un tale disprezzo della religione cristiana e di chi la professa da irridere, tramite l’abominevole volgarità dell’immagine, persino la morte di Gesù sulla Croce.Addolora, ma non stupisce, costatare con che dispiegamento di forze si cerca di far passare l’idea che il cristianesimo e il cattolicesimo in particolare, siano i nemici della libertà, delle giuste rivendicazioni, del progresso scientifico, della laicità, della democrazia. Ogni ideologia che non riesce a farsi alleata la Chiesa, la perseguita ferocemente, sia uccidendo i cristiani sia insultando ciò che essi hanno di più caro. E vede giusto: in una Chiesa fedele al Vangelo non troverebbe mai l’appoggio incondizionato e cieco, di cui ogni menzogna ha bisogno per sopravvivere. Che dire poi del tempismo che vede in contemporanea il teatrino del Cassero profanare il dramma del Calvario e sulle sponde del Mediterraneo la demolizione delle croci e di ogni simbolo cristiano dalle chiese assaltate dall’ISIS? Quando si invoca la libertà di espressione a giustificazione della libertà di insulto, c’è da chiedersi se sia prossima la fine della democrazia. E ci si domanda a che titolo l’Istituzione comunale possa concedere in uso gratuito ambienti pubblici a gruppi che li utilizzano per farne luogodi insulto e di dileggio.

Monsignor Ernesto Vecchi, vescovo emerito di Bologna, condanna duramente le foto pubblicate sui social dopo la festa "eretica" al circolo Cassero: "È una cosa vergognosa. È il modo migliore per far venire le bandiere nere", tuona Vecchi.

 

LE SCUSE DEL CASSERO

"Alcune persone, per quelle foto, si sono sentite offese: per rispetto a quelle persone, e non a un'ideologia o a un comandamento, con quelle stesse persone ci scusiamo". E' la mossa con cui il Cassero di Bologna risponde alle accuse. "Chi invece chiede una sanzione, di qualsivoglia natura, sta solo sfruttando un'occasione- scrive il Consiglio direttivo, in una nota- non per difendere un credo, semmai per colpire il Cassero. E vista la strumentalizzazione, forse sono loro i veri blasfemi". Nella nota, il Consiglio direttivo del circolo ricostruisce la vicenda. La scorsa settimana si è svolta una festa che partendo dalla data, venerdì 13, "ammiccava alle superstizioni e alle credenze che inquinano la nostra cultura", si legge nella nota. "Durante quella festa ricorreva il travestimento che riprendeva i simboli della religione cattolica e in quel contesto sono state scattate foto evidentemente blasfeme", ammette il Cassero, "poi pubblicate sulla pagina Facebook del circolo". Questo ha prodotto una "levata di scudi dei cattolici e la polemica sui giornali, a nostro avviso del tutto pretestuose e strumentali. Il conflitto tra comunità Lgbt e la parte politicizzata dei cattolici- scrive il Consiglio direttivo- preesiste alla nostra festa e alle famigerate immagini, questo è un dato indispensabile per comprendere perché una persona omosessuale decida di dissacrare o irridere un simbolo religioso". Quel gesto, con una croce utilizzata per mimare pratiche sessuali, "rappresenta una liberazione rispetto a un simbolo che quelle persone percepiscono come oppressivo", scrivono dall'Arcigay.

D'altronde, "sono gli stessi cattolici a inserire il tema religioso a ostacolo e preclusione del riconoscimento dei diritti alle persone Lgbt. Quel conflitto esiste, insomma- è la posizione del Cassero- e occorre che tutte e tutti ce ne facciamo carico, cattolici in primis". La religione è un tema "spesso trattato nell'agenda del circolo, in autonomia o assieme ai gruppi credenti della città, quella stessa città- ricorda il Cassero- a cui ci rivolgiamo quotidianamente con i nostri numerosi servizi. Ci piacerebbe che chi oggi ci attacca avesse messo in campo, almeno una volta, la stessa volontà". In tutto questo, il Cassero segnala che "la vicenda non si esaurisce nella blasfemia, che tra l'altro- continua la nota- non è più reato perseguibile penalmente". Infatti, sulla pagina Facebook del circolo "sono state pubblicati, a calce delle contestate foto, commenti, insulti e minacce di una violenza inaudita", scrive il direttivo, che riporta alcuni esempi: da "Fascia rosa al braccio e deportazione" a "Appena arrivano i vostri fratelli dell'Isis vi buttano dai balconi, comunisti froci di merda", passando per "Questi li impalerei ma sul serio, non per finta". Di fronte a frasi del genere, il Cassero commenta: "Anche fascismo e omofobia, che hanno trovato occasione per manifestarsi sotto a una fotografia, preesistono a quella immagine, perfino alla nostra festa. Ma questo non sembra suscitare molto interesse nei consiglieri comunali che oggi urlano alla scandalo".

«Giù le mani dal Cassero!». Lo scrive su facebook Franco Grillini, presidente di Gaynet e storico leader del movimento omosessuale italiano. «La polizia religiosa dei nostri ayatollah va in Procura - prosegue - per chiedere la chiusura del Cassero per una banale satira contro l'oppressione religiosa. Un mese fa erano tutti Charlie Hebdo, oggi sono tutti come Al Baghdadi!»

 

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