Un decreto legge per disciplinare le avances sessuali

La lettera

Bologna, 16 novembre 2017 - Ogni giorno leggo storie di molestie sessuali. La cosa comincia a stancarmi anche perché in massima parte, più che di stupri o violenze vere e proprie, si tratta di rapporti, forse sofferti ma spesso consenzienti e interessati. Una sorta di: ‘Io do una cosa a te (lavoro) e tu dai una cosa a me (sesso)’. Un ‘baratto’. Forse, invece di raccontare le violenze subite, sarebbe stato meglio tacere.  Vittorio Girolimetti, Forlì

risponde Beppe Boni, vicedirettore de Il Resto del Carlino

La vicenda delle molestie nel mondo dello spettacolo sta assumendo contorni surreali. Ogni giorno si aggiungono nuove accuse e denunce mediatiche. Poche sono finite sui verbali di polizia. La valanga partita dagli Stati Uniti sta contagiando l’Europa. Come la crisi: partì nel 2007 dagli Usa e investì il resto del mondo, Italia compresa. Certo, nel mondo dello spettacolo non tutto è patinato, ci sono zone d’ombra e gli approcci a sfondo sessuale sono una costante. Ma un numero così alto di attrici e donne di successo che oggi all’improvviso denunciano violenze lascia perplessi. C’è molto di vero, ma c’è anche qualche racconto in bilico. Per carità, che molti big dello show businness ci provino con ragazze di belle speranze è fuori di dubbio. Ma ormai non si capisce più qual è il confine fra una molestia sessuale e una avance a volte pesante e sgradevole ma che resta tale. Serve un decreto legge per ridisegnare i confini del rapporto fra uomini e donne. beppe.boni@ilcarlino.net

 

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