Espulsioni, corso accelerato in Thailandia

La lettera Risponde il vice direttore de Il Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 16 gennaio 2017 - Deploriamo anche noi i nostri connazionali che in Thailandia hanno oltraggiato cinque bandiere del Paese asiatico. Ma seguiamo anche l’esempio di quel governo che, dopo la condanna, li ha immediatamente rispediti in Italia. Perché non ci comportiamo anche noi come loro? Di immigrati che delinquono, in tutti i campi, ne abbiamo un bel po’... Maria Piccinni, Ancona

risponde il vice direttore de Il Resto del Carlino, Beppe Boni

Due giovanotti hanno strappato le bandiere in Thailandia hanno dichiarato di non essersi resi conto della gravità del gesto. Se è vero significa che non conoscono il valore della bandiera a prescindere dal Paese che essa rappresenta. Forse l’avranno detto banalmente per difendersi, ma rimane il fatto che se oltraggiano la bandiera di un Paese che li ospita non rispettano nemmeno la propria. La Thailandia li ha rispediti a casa e l’Italia farebbe bene a «condannarli» con processo per direttissima ad un corso di educazione civica con l’inno nazionale e test finale. Da noi non si riesce a rispedire al mittente nessuno o quasi. I rimpatri funzionano a ritmo rallentato. Idea: mandiamo qualcuno del governo italiano in Thilandia per un corso accelerato sulle espulsioni.

beppe.boni@ilcarlino.net

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