Ferrara, coniugi uccisi: la solitudine nascosta dei figli

La lettera Risponde il vice direttore de Il Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 17 gennaio 2017 - Il massacro dei due genitori nel Ferrarese da parte del figlio e di un amico, solleva tante domande sul malessere dei giovani. Non possiamo nasconderci che il male trova terreno fertile nel crescente degrado di valori del modo di vivere: un’umanità che ripudia il mondo di ‘madre natura’ per affidarsi ad una civiltà tecnologica che porta solo ad un delirio di onnipotenza. Renzo Rossi, Conselice (Ravenna).

 

risponde il vice direttore de Il Resto del Carlino, Beppe Boni

La violenza e il male sono compagni di viaggio della nostra vita da cui è impossibile liberarsi. Però dobbiamo difenderci. E per farlo bisogna cercare di individuare dove il male si nasconde e prevenirne le conseguenze. Episodi limite come quello di Ferrara non nascono da un giorno all’altro. Chissà da quanto tempo il tarlo della follia scavava e cresceva nella mente del ragazzino che poi ha assoldato l’amico per il delitto. Percepirne i segnali nelle famiglie è sempre più difficile. I giovani hanno tutto ma sono sempre più soli, tendono ad allontanarsi dalla famiglia, che così ne perde il controllo, perchè hanno mille possibilità di attrazione. E se sono a casa si rinchiudono nel mondo di un tablet o di un telefonino o di altri strumenti della tecnologia. Nella famiglia del massacro il rapporto e la fiducia erano lacerati, ma nessuno se ne era accorto. 

 

beppe.boni@ilcarlino.net

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