Le Province, un carrozzone di sprechi

Lettere al Direttore

Bologna, 19 febbraio 2018 - L’abolizio delle Province potrebbe avere come effetto collaterale più consiglieri comunali e assessori. Tutti i partiti e movimenti parlano di tagli alle tasse ma nessuno dice che è un atto approvato all’unanimità dalla commissione sul federalismo fiscale (a Camere sciolte) e prevede una sorta di tassa per finanziare le Province che, in teoria, dovevano essere cancellate.  Renato Bernardi, Bologna

Risponde il condirettore de il Resto del Carlino Beppe Boni

Il carrozzone delle Province, oggi città metropolitane, è inutilmente vivo, ma costa milioni. Il no al referendun renziano ha lasciato a metà del guado gli organismi che la riforma di Delrio aveva già ridimensionato. Alle Province è stata tolta la rappresentatività diretta perché gli organi politici ora sono composti da sindaci e consiglieri comunali che si eleggono tra di loro. Di fatto hanno competenze rarefatte, pochi fondi, dipendenti scarsamente motivati e i costi coprono soprattutto l’esistenza stessa degli enti. Oggi quasi tutte le aree precedenti sono state trasformate in città metropolitane. Restano molte funzioni assegnate dalla legge: manutenzione di strade, edilizia delle scuole superiori, cura di patrimoni architettonici e culturali. Di fatto riescono a fare poco. La riforma è un’opera incompiuta, uno spreco di cui si è visto l’inizio ma non si intravede la fine. 

beppe.boni@ilcarlino.net

 

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