Referendum, il boom del voto degli italiani all’estero

La lettera. Risponde Beppe Boni, vicedirettore de Il Resto del Carlino

Bologna, 3 dicembre 2016 - Perché votano gli italiani residenti all’estero? Non vivendo qui, come fanno a conoscere le nostre priorità? Dovrebbero poter votare solo quelli con famiglia in Italia e che siano all’estero per lavoro per non più di due anni. Al contrario noi italiani non possiamo votare un governo perché certi personaggi ritengono di avere la verità in tasca e ci costringono a governi non eletti.  Marisa Augusti, Bologna

risponde Beppe Boni, vicedirettore de Il Resto del Carlino

 

Una delle qualità degli italiani che risiedono all’estero è il forte senso di appartenenza. Infatti le nostre comunità sparse per il mondo cercano di mantenere saldi i rapporti con le radici. Onore al merito. Ed è un valore che anche noi dobbiamo incentivare. Le modalità del diritto di voto sono stabilite da una legge del 2001 conosciuta come legge Tremaglia, dal nome del parlamentare del Movimento sociale Mirco Tremaglia che si battè a lungo per il voto all’estero. Questa opportunità, compreso il voto per corrispondenza, divenne concreta alle elezioni politiche del 2006. Il referendum di domani pare essere molto sentito. Secondo le stime l’affluenza dei connazionali che risiedono fuori dall’Italia sarebbe al 40%, con dieci pnti in più rispetto alle politiche del 2013. Le previsioni danno una maggioranza per il sì di voti «importati».

beppe.boni@ilcarlino.net

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro