Bologna, 1 dicembre 2013 - Nell’arco di sette giorni i carabinieri del nucleo investigativo concluderanno la prima fase delle indagini sul caso del professor Alessandro Serretti e presenteranno le loro conclusioni al pm Rossella Poggioli. Quella che si apre è quindi la settimana decisiva per capire quale piega prenderà l’inchiesta che ha scosso l’Alma Mater e la pischiatria bolognese, dopo le accuse sollevate da un nutrito gruppo di specializzandi nei confronti del professore associato, che avrebbe favorito un gruppo ristretto di allievi a discapito degli altri, marginalizzando coloro che non avrebbero accettato di seguirlo anche fuori dal lavoro, nella partecipazione a feste condite, secondo gli accusatori, da eccessi, alcol, droga e pure sesso.

I militari devono concludere la raccolta delle testimonianze già calendarizzate e una serie di altri accertamenti per confermare o smentire il pesante quadro tratteggiato in un documento di 16 pagine, firmato da 25 specializzandi su 32, spedito al Garante degli studenti e finito sui tavoli della Procura. Negli ambienti investigativi la parola d’ordine è "cautela".

Dai racconti finora messi a verbale non sarebbe emerso un quadro univoco. Alcune persone erano già state sentite prima della recente acquisizione dell’esposto, in seguito alla denuncia di una professoressa che aveva a sua volta raccolto le lamentele di alcune studentesse per le presunte licenze del professore. La pubblicazione della notizia dell’inchiesta sui giornali ha impresso un’accelerazione alle indagini.

A Serretti non era stata infatti notificata alcuna informazione di garanzia, benché negli ambienti del dipartimento universitario le voci fossero abbondantantemente circolate, alimentando un clima sempre più pesante. Il docente è stato indagato per cessione di stupefacenti, poiché tra le accuse c’è quella di avere fatto girare cocaina durante le feste con gli allievi della Scuola di specializzazione, invitandoli a fare uso di droga e a ubriacarsi.

Le testimonianze, tuttavia, non sarebbero univoche: accanto a chi conferma, almeno a livello generale, le situazioni descritte nell’esposto, c’è chi difende il professore e attribuisce le accuse a maldicenze e invidie personali dovute a ragioni meramente professionali. Un altro problema degli investigatori è quello di distinguere gli eventuali comportamenti censurabili sotto il profilo etico e deontologico dai fatti di rilevanza penale, che hanno un perimetro assai più ristretto.

Dei primi si potrebbe occupare già nei prossimi giorni l’Ordine dei medici, convocando Serretti per un’audizione sugli aspetti di propria competenza. Fra gli episodi riferiti dai testimoni c’è il passaggio di una bottiglietta, forse contenente Mdma, durante una serata a Barcellona in occasione di un congresso: Serretti ha partecipato, con il prestigioso ruolo di speaker e advisor, al 12° Forum internazionale sull’ansia e i disordini dell’umore, svoltosi dal 7 al 9 novembre 2012 all’Hotel Rey Juan Carlos I, un resort da sogno dotato di spa e piscina.

 

Enrico Barbetti