Budrio, barista ucciso. Folla al funerale, la vedova sviene

La vedova e il padre di Davide Fabbri: "Non doveva finire così". Il parroco: "L'odio non si combatte con l'odio"

Budrio, i funerali del barista ucciso (Fotoschicchi)

Budrio, i funerali del barista ucciso (Fotoschicchi)

Bologna, 7 aprile 2017 – Una folla di trecento persone ha accolto il feretro di Davide Fabbri, il 52enne barista ucciso da un rapinatore il primo aprile scorso nel suo locale della Riccardina a Budrio, oggi in occasione del funerale (foto). La vedova Maria e il padre Francesco hanno ricevuto l'abbraccio dell'intero paese (video).

Per tutta la giornata il sindaco Giulio Pierini ha proclamato il lutto cittadino e le associazioni sportive durante le partite e allenamenti hanno osservato un minuto di silenzio. Un applauso ha accolto il feretro nella chiesa della Pieve. Sulla bara un mazzo di rose. In prima fila, oltre ai parenti, il sindaco di Budrio Giulio Pierini, il prefetto Ennio Maria Sodano, il questore di Bologna Ignazio Coccia, il colonnello dei carabinieri Valerio Giardina, il segretario Pd Francesco Critelli ed Enrico Postacchini.  

A inizio cerimonia, il parroco don Carlo Baruffi ha parlato di Fabbri come di una "vita spezzata dall'odio che si ricompone davanti a Dio". Nella sua toccante omelia, poi, ha sottolineato che "l'odio non si combatte con l'odio". Anche l'arcivescovo Matteo Maria Zuppi, pur non potendo essere presente, ha inviato un messaggio letto dal parroco alla fine del funerale. Zuppi ha rimarcato che un terribile atto di odio ha colpito al cuore una comunità e ha ricordato le parole del Papa quando ha cercato di confortare le popolazioni ferite dal terremoto nel Centro Italia. "Abbraccio con tanto affetto - ha scritto Zuppi - suo papà e la sua signora. La morte di Davide è stato un terremoto per noi tutti". Quello che serve ora, ha concluso l'arcivescovo, è abbandonare la "sensazione di rimanere soli e sfiduciati".

All'uscita della chiesa, la vedova di Fabbri, Maria è svenuta ed è stata aiutata dai parenti a rialzarsi e a raggiungere il cimitero del paese. Poche e sofferte le parole sia della vedova che del padre del barista: "Non doveva finire così, non poteva lasciarci in questo modo. Era lui a darci la forza per vivere".

Fuori dalla chiesa il sindaco Pierini ha sottolineato che "serve poter vivere tranquillamente senza paura e maggior sicurezza. Questo fatto ci sconvolge, non c'era una percezione di insicurezza prima. Oggi, soprattutto nelle campagne, questa percezione esiste e dobbiamo affrontarla". "Siamo scossi - ha aggiunto -, tuttavia passata questa giornata di lutto la comunità ripartirà con quello che siamo: una comunità di donne e uomini che vogliono stare insieme e costruire insieme il proprio futuro".

Intanto continuano senza sosta le ricerche dell'assassino del barista da parte dei carabinieri che da giorni stanno battendo casolare per casolare le campagne tra Bologna e Ferrara e anche del Polesine. Il sospettato numero uno resta 'Igor il russo', al secolo Igor Vaclavic, 40 anni, ex militare dell'Armata rossa, già ricercato per alcune rapine nel Ferrarese. Il pm Marco Forte, titolare dell'inchiesta sul delitto di Budrio, ha ricevuto ieri i risultati degli esami del Ris da cui è stato isolato il dna dell'assassino

Il questore Coccia, all'uscita dalla chiesa ha precisato: "Stiamo dando la massima collaborazione all'Arma dei carabinieri - ha concluso -, che si occupa in prima battuta delle indagini, e speriamo di arrivare in tempi molto ravvicinati quanto meno a prendere il responsabile".

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