Budrio, 13enne scomparso, il padre. "Gli hanno fatto del male"

Hossain Delwar Chowdhury è rientrato dalla Svizzera. AGGIORNAMENTO - Il piccolo trovato morto

Hossain Delwar Chowdhury, 48 anni, padre di Hassain Sanad

Hossain Delwar Chowdhury, 48 anni, padre di Hassain Sanad

Budrio, 9 luglio 2017 - Una corsa con il cuore in gola. Quasi 500 chilometri con il telefono incollato all’orecchio. Dalla Svizzera a Budrio senza fermarsi un attimo, oltre ogni stanchezza. La speranza di un padre che, disperato e lontano da casa, attende notizie sul figlio scomparso.

AGGIORNAMENTO - Il piccolo è stato trovato senza vita

Un dolore immenso che scava nell’anima quello di Hossain Delwar Chowdhury, 48 anni, cuoco in un ristorante elvetico, padre di Hassain Sanad, il 13enne che da giovedì è sparito. Vigili del fuoco, carabinieri e protezione civile lo stanno cercando (VIDEO) sia nei piccoli boschetti che nel canale emiliano romagnolo. E ieri il padre era sotto il gazebo allestito dalla protezione civile.

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Gi occhi bagnati dalle lacrime e l’espressione tesa di chi si aggrappa a ogni flebile speranza: «Sono da due mesi in Svizzera per lavoro – racconta –, ma sento sempre la mia famiglia, mia moglie Jahan e i due fratelli di Sanad, di 6 e 3 anni. Volevo portarli al mare una volta finito il contratto. Giovedì, prima che sparisse, ho parlato al telefono con Sanad. Doveva andare in ospedale per prendere il certificato medico per fare la terapia di insulina, visto che è diabetico. Come al solito era stato molto bravo. Lui è il mio orgoglio: mai dato un pensiero e la gente mi ha sempre fatto i complimenti per come siamo riusciti a educarlo».

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Poi la terribile notizia della scomparsa: «Mi ha telefonato mia moglie. Non volevo crederci. La voce rotta dal pianto di Jahan mi ha fatto sobbalzare sulla sedia. Non mi sono neanche cambiato e sono salito in auto. Alla guida, ma anche al cellulare per ore e ore, al punto che l’ho scaricato». Delwar non crede che il figlio sia finito nel canale: «Sanad non ha mai fatto il bagno in un fiume. Era vestito e la bicicletta era appoggiata vicino all’argine. Forse è scivolato, perché non credo si sia tuffato volontariamente. O forse peggio. Temo che qualcuno possa avergli fatto del male, magari per rubargli qualcosa nello zaino. Non mi allontanerò finché non verrà ritrovato. Voglio ringraziare i carabinieri, i vigili del fuoco e la protezione civile, ma anche tutte le persone del paese come la nostra amica Antonella. Senza il loro aiuto saremmo persi».

La moglie, intanto, aspetta nel condominio di via Ghiaradino, a Vedrana di Budrio: «Mi chiedo ogni istante dove sia mi figlio. Non riesco a capire come sia potuto accadere. Vorrei abbracciare tutta la gente di Budrio: preside, volontari della protezione civile, gli amici del Budrio Calcio e ovviamente i vigili e i carabinieri. Sono loro i miei occhi in questo momento: cercano per me mio figlio perché io devo restare con i fratellini».

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