LUCA ORSI
Cronaca

Bologna, l'assessore. "Pronto a incontrare la famiglia di Cristina Magrini"

Rizzo Nervo: "Disponibile a valutare le loro richieste, nell’ambito di un’equità generale"

Cristina Magrini con il padre

Cristina Magrini con il padre

Bologna, 6 luglio 2017 - Non ci sono disabili di serie B o C. Ci sono però «norme di legge e valutazioni mediche» che la politica non può ignorare. In sintesi, è la posizione del Comune rispetto alle questioni sollevate dall’associazione che segue Cristina Magrini – bolognese, in stato vegetativo dal 1981 – dal 2011 cittadina onoraria della nostra città, dove risiede. «Incontrerò subito, con il responsabile dei servizi sociali del Comune, la famiglia», assicura Luca Rizzo Nervo, assessore sanità e welfare di Palazzo d’Accursio. L’incontro era stato chiesto il 2 marzo. «Sarà a breve», aveva assicurato il sindaco Virginio Merola, delegando Rizzo Nervo. «Vero, sono passati quattro mesi, e forse si poteva fare in due», riconosce Rizzo Nervo. Ma il tempo è servito «a medici e assistenti sociali per valutare le questioni poste dalla famiglia».

A giugno è scattato l’addebito, a carico dei Magrini, di 120 euro come contributo mensile di compartecipazione alle spese di assistenza domiciliare. «Non è una scelta del Comune – spiega l’assessore –, ma un provvedimento nazionale basato sulla nuova Isee che, in una logica di equità, tiene conto di aspetti reddituali diversi rispetto al passato». Ad oggi, precisa Rizzo Nervo, la Magrini usufruisce di 18 ore di assistenza domiciliare alla settimana, «con un costo, per il Comune, di 1.656 euro al mese».

La fisioterapia, è vero, è a carico della famiglia. A Sarzana, dove prima abitavano i Magrini, non era così. Ma, nel caso di Cristina, «la nostra Unità socio sanitaria integrata (Ussi) disabili ha valutato, dal punto di vista medico, non assolutamente necessaria la fisioterapia», spiega l’assessore. «Eppure – afferma – il Comune ha scelto di contribuire con mille euro al mese».

C’è poi l’assegno di cura giornaliero, fissato in 23 euro su un massimo di 44. L’associazione Insieme per Cristina Onlus ne ha chiesto, senza esito, l’aumento. «I 23 euro corrispondono a requisiti sanitari fissati dalla Regione – spiega Rizzo Nervo – che in questo caso non ritiene siano sufficienti a garantire la quota massima».

L’assessore si dice però «disponibile al confronto» su una proposta formulata dall’associazione, in accordo con Romano Magrini, papà di Cristina. Viene chiesto, commenta l’assessore, «di ridurre l’assistenza domiciliare di mezz’ora al giorno». Si risparmierebbero così 3 ore e mezza la settimana; cioè 14 ore e mezza al mese.

Fatti i conti con il costo orario dell’assistenza domiciliare, su 1.656 euro a mese si avrebbe un risparmio di circa 300 euro, «da girare alla voce fisioterapia». Una procedura che Rizzo Nervo definisce «non usuale», ma su cui non c’è alcuna chiusura pregiudiziale.

Insomma, commenta l’assessore, «qui non c’è un Comune che si diverte a vessare i disabili. Ciò che si può fare più e meglio si farà. Sempre nel limite del possibile e di un’equità generale».

Marco Lisei – capogruppo di Forza Italia in Comune, che nel novembre 2011 presentò l’ordine del giorno per il conferimento della cittadinanza onoraria alla Magrini – critica la posizione del Comune. «Il problema – afferma – non è fare i conti della serva, dire ti diamo questo e questo». Il problema è «il silenzio, lungo quattro mesi, dopo la richiesta di incontro. Prima il sindaco scarica tutto su un assessore, poi tutti si fanno di nebbia».

Secondo Lisei, sarebbe bastato «prendere il telefono e spiegare ai Magrini la situazione. Invece nulla. Oltre che parlare di diritti dei disabili, questa amministrazione dovrebbe dare il buon esempio ed essere la prima, sindaco in testa, a metterli in pratica».

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