San Lazzaro, multato perché fuma davanti al bar

La sanzione di 50 euro a un ventenne in via della Repubblica. “Mi hanno contestato che ero a meno di due metri dalla porta”

A San Lazzaro è in vigore dal 2013 una severissima ordinanza sul fumo nei luoghi pubblici

A San Lazzaro è in vigore dal 2013 una severissima ordinanza sul fumo nei luoghi pubblici

San Lazzaro di Savena (Bologna), 24 gennaio 2018 – Erano quattro amici al bar: la storia però è diversa rispetto a quella della celebre canzone di Gino Paoli. Se in comune ci sono le chiacchierate notturne sui massimi sistemi, in questo caso la vicenda prende una via di certo meno poetica e termina con una controversia con la Polizia municipale.

Come ogni sabato, Alessio Tommasi e i suoi amici ventenni, anche lo scorso fine settimana, si sono trovati intorno a mezzanotte davanti al bar Sportivo in via della Repubblica a San Lazzaro di Savena, per passare insieme la serata. E quando sono arrivati improvvisamente i vigili, per fare un controllo all’interno del locale, la sigaretta che Tommasi aveva acceso e stava fumando davanti all’ingresso del bar, gli è costata una multa di 50 euro, che gli è stata consegnata da un agente della polizia municipale il giorno successivo sul luogo di lavoro.

«Quello che è successo mi lascia basito – commenta Tommasi – sono stato sanzionato perché, secondo quanto scritto sul verbale, stavo fumando una sigaretta a una distanza inferiore ai due metri rispetto all’ingresso del bar. Penso però che si sarebbe dovuto tener conto del contesto. Era mezzanotte passata e a parte i miei amici, con cui stavo chiacchierando, non c’era nessun altro intorno. La scelta di farmi una sanzione mi sembra quindi davvero eccessiva».

Di fatto, la polizia municipale ha multato il ragazzo mentre stava facendo controlli sul rispetto degli orari che disciplinano l’uso delle slot machines all’interno dei bar. E quando gli agenti sono usciti dalla loro ispezione, che pare essersi conclusa con una multa anche a carico del gestore, sembra che abbiamo avvertito il giovane in merito al rispetto del divieto di fumo all’esterno del locale.

«Dopo avermi richiamato, perché stavo fumando mi hanno chiesto i documenti – prosegue Tommasi - . Visto che non li avevo con me, hanno proceduto con l’identificazione a voce, tanto che pensavo che la vicenda si fosse chiusa così. Per questo sono rimasto senza parole quando, ieri (lunedì, ndr) mi sono visto consegnare da un agente della Polizia municipale il verbale sul luogo dove lavoro come operaio in via Aldo Moro».

E così rispetto all’accaduto oggi il giovane promette di fare ricorso, contestando soprattutto le modalità con cui si è svolta l’intera vicenda. «A parte il fatto che a me sembrava di essere più distante dall’ingresso rispetto ai due metri che mi hanno contestato gli agenti, penso che il tutto si sarebbe potuto risolvere in un’altra maniera – sostiene il giovane - . Non capisco ad esempio perché non mi hanno fatto il verbale in quel momento e me l’hanno consegnato il giorno dopo. Mi sembra tutta un’esagerazione, se si considera tra l’altro che quando abbiamo finito di parlare, ormai la sigaretta era già spenta».

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