Bologna, gioielliere sequestrato e picchiato. "E' stata una banda di slavi"

L'uomo è stato fermato mentre era in bici a Pieve di Cento, rapito su un furgone, trovato ferito a Borgo Panigale

Gli agenti al lavoro nella notte (Foto Schicchi)

Gli agenti al lavoro nella notte (Foto Schicchi)

Bologna, 28 novembre 2017 - Sequestrato in strada e caricato a forza su un furgone, legato, pestato e minacciato da una banda di delinquenti affinché rivelasse la combinazione dell’allarme. Sembra la trama poco originale di un film poliziottesco, e invece è l’inquietante vicenda denunciata da un commerciante di preziosi, Giorgio Vitali, 66 anni, di Pieve di Cento, soccorso ieri sera in via della Punta, fra i campi e gli svincoli di Borgo Panigale.

A dare l’allarme attorno alle 23 è stata una coppia. L’uomo era legato all’interno di un furgone Volkswagen Transporter, privo di targhe e abbandonato sul ciglio della strada. Il gioielliere era riuscito a infrangere un finestrino e a gridare attirando l’attenzione della coppia, residente poco lontano. Il volto tumefatto coperto di sangue e i lacci attorno ai polsi rendevano già l’idea della serata di terrore trascorsa dall’uomo. Sul posto si sono precipitati gli agenti delle volanti, i vigili del fuoco per aprire il mezzo e un’ambulanza del 118, che ha poi trasportato il ferito all’ospedale Maggiore in condizioni giudicate non gravi. L’uomo ha avvisato il cognato di essere stato sequestrato da una banda di malviventi, probabilmente slavi, pregandolo di recarsi nella sua abitazione e nel vicino laboratorio per controllare.

Sono stati i carabinieri, che ora indagano insieme alla squadra mobile, a compiere il primo sopralluogo nella casa e nel laboratorio del commerciante di preziosi. Le operazioni per inventariare gli oggetti sono proseguite fino a tarda notte, per verificare se i sequestratori siano riusciti a impossessarsi di qualcosa oppure no. Vitali ha spiegato ai primi soccorritori e alla polizia di essere stato affiancato dal furgone attorno alle 21 mentre pedalava in bici a poca distanza da casa. Dal mezzo sarebbero usciti tre slavi che l’avrebbero caricato a forza, legandolo e minacciandolo per farsi spiegare come entrare nell’abitazione e nello studio.

Poco meno di vent’anni fa, il 17 dicembre 1998, Vitali era già stato vittima di un episodio violento. Tre rapinatori gli avevano teso un agguato, al quale era miracolosamente scampato: attinto da due colpi di pistola, venne ferito solo superficialmente. Due degli aggressori furono rapidamente assicurati alla giustizia mentre il terzo venne catturato in Perù dopo sei anni di latitanza. Vitali è noto in paese come esperto commerciante di preziosi e soprattutto di orologi, ma tratterebbe anche opere d’arte. Se la prima ricostruzione fosse confermata dalle indagini, significherebbe che la banda ha studiato con cura il proprio obiettivo e le abitudini del gioielliere prima di entrare in azione, o che ha ottenuto informazioni da qualcuno che ha con la vittima rapporti di lavoro.

 

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