San Pietro in Casale, dieci profughi in arrivo. Residenti in rivolta

I migranti, minorenni, saranno accolti nella piccola località ‘Il Ghetto’

I cartelli affissi in strada dai residenti

I cartelli affissi in strada dai residenti

San Pietro in Casale (Bologna), 2 luglio 2017 - Goro, Capalbio e adesso anche la località ‘Il Ghetto’, a San Pietro in Casale. Cosa hanno in comune? La protesta degli abitanti che non vogliono i profughi. Ieri, in quella piccola striscia di asfalto fra una borgata di case e i campi coltivati, in cui vive una cinquantina di persone, si sono ritrovati gli abitanti per installare un gazebo e esporre cartelli contro l’arrivo di una decina di minori previsto nell’ambito dello ‘Sprar’, il Servizio centrale del sistema di protezione per i richiedenti asilo.

Famiglie con bambini si alterneranno in un presidio permanente in attesa che, probabilmente mercoledì, arrivino i rifugiati. Cosa succederà quando i minori scenderanno dal pullman, nessuno lo può prevedere.

Capofila della protesta, Mattia Polazzi: «Perché inviare i profughi qui al Ghetto? Forse pensano che qui gli abitanti siano cittadini di serie B. La villa con giardino che dovrebbe accoglierli è al centro delle case. Basta questo a sconvolgere la vita di queste persone. Parliamo di una località senza servizi e mezzi di trasporto. Ci domandiamo cosa faranno questi minori tutti i giorni, visto che non è possibile svolgere alcuna attività. Chi è venuto ad abitare qui l’ha fatto per cercare la tranquillità della campagna. La decisione di assegnarli al ‘Ghetto’ non ha senso. Protesteremo finché avremo forza per farlo. Siamo indignati per questa mancanza di rispetto».

Gli fa eco Stefano Viviani, uno degli abitanti: «Le nostre mogli e i nostri bambini devono per forza passare davanti dalla villa che accoglierà i migranti, senza peraltro la certezza che siano tutti minorenni. Sono in dieci e fra loro ci potrebbe essere qualche malintenzionato. Non possiamo, quindi, stare tranquilli».

Sulla stessa lunghezza d’onda Alessandro Bozzoli: «Magari la maggior parte sono bravi ragazzi, ma basta qualche mela marcia nel gruppetto per rovinare tutto. E poi lo sappiamo: l’unione fa la forza e quello che questi minori singolarmente non farebbero, potrebbero pensare di compierlo in gruppo». Bozzoli poi attacca il sindaco Claudio Pezzoli: «Nei consigli comunali non si presenta mai nessuno. All’ultima seduta, dove si discuteva dei profughi, ci siamo presentati in una ventina del ‘Ghetto’. Abbiamo chiesto di essere ascoltati, ma non hanno voluto. Anche fuori dal municipio il primo cittadino ci ha visto, ma non si è fermato».

Anche Viviani attacca il Comune: «Ci sentiamo abbandonati. Un esempio? La raccolta porta a porta dei rifiuti, in altre zone passano due volte a settimana, nelle zone rurali come la nostra una volta. Siamo costretti così a tenerci la spazzatura per giorni. E poi adesso ci mandano pure i profughi. Per loro non contiamo nulla. Ma ci faremo sentire».

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