Bologna, tornelli, nessuna marcia indietro

Pescatore: "Il 36 riaprirà". I collettivi: "Subito, o ci pensiamo noi". Lunedì nuovo corteo

Bologna, gli scontri per la biblioteca al 36 di via Zamboni del 9 febbraio (Schicchi)

Bologna, gli scontri per la biblioteca al 36 di via Zamboni del 9 febbraio (Schicchi)

Bologna, 18 febbraio 2017 - Il sistema di accesso al ‘36’ di via Zamboni potrebbe essere rivisto. Non una marcia indietro sui tornelli, come ipotizzato ieri dal Giornale, ma qualche piccolo aggiustamento. Se lo aspettano i rappresentanti degli studenti che lunedì hanno invitato il rettore Francesco Ubertini al Consiglio Studentesco, anche se è più probabile che il numero uno dell’Alma Mater metta sul tavolo le proprie proposte il giorno successivo, quando è in programma il Senato Accademico.

«Credo che il rettore presenterà alcune idee, una soluzione va valutata», sottolinea il responsabile del sistema bibliotecario d’Ateneo, Guglielmo Pescatore, secondo il quale «la biblioteca riaprirà come prima: il progetto va avanti». Anche per Fabiana Maraffa, presidente degli studenti, «bisognerà tenere conto delle esigenze espresse dai lavoratori, ma anche evitare che si ripetano gli scontri. Dubito, però, che il rettore possa tornare indietro». Ubertini continua a lavorare in silenzio. Non rilascia dichiarazioni dal giorno precedente allo sgombero del ‘36’ da parte della polizia e anche ieri non ha commentato la tesi lanciata dal Giornale di una rinuncia ai tornelli dopo presunte pressioni del ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli ad «aprire un dialogo». 

Retroscena smentito da Roma, perché un’indicazione di quel genere sarebbe ritenuta lesiva dell’autonomia dell’Alma Mater. Dunque, in cantiere ci sarebbe solo qualche correttivo al meccanismo di controllo degli accessi (aperto a tutti, anche ai non universitari), a partire dalle porte di sicurezza. Intanto, il ‘36’ resta chiuso e l’inventario dei danni prosegue: «Bisogna rimettere in sicurezza i locali – ragiona Pescatore –, e ripristinare le vetrate incrinate o rotte».

La stima di 40-50mila euro, insomma, rischia di essere prudenziale. Ieri sera, intanto, poco dopo le 19, oltre 300 attivisti dei collettivi, in maggioranza di Cua e Lubo, si sono radunati al 38 di via Zamboni per una nuova assemblea. Il dibattito era incentrato sulle prossime mosse per continuare la protesta, e si è concluso con un appuntamento per lunedì davanti al 36 per un nuovo corteo. «Per mercoledì – è il diktat – vogliamo che la biblioteca riapra altrimenti siamo pronti a riaprirla noi».

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