Bologna, 23 settembre 2014 - LEGGO con stupore che i giudici non hanno attribuito, nel fissare la pena, l’aggravante della crudeltà all’uomo che a Bologna uccise la fidanzata mettendo il corpo in freezer. Così se l’è cavata con 30 anni anziché l’ergastolo. E speriamo che l’imputato non usufruisca di sconti di pena. E’ la dimostrazione di quanto male funzioni il sistema legislativo. Enzo Bendini, Ferrara
Risponde il vicedirettore del Resto del Carlino Beppe Boni
SGOMBERIAMO il campo dal dubbio: se non combina guai in carcere il fidanzato assassino usufruirà di uno sconto di pena e potrà uscire prima del termine. Ha fatto di tutto per meritare l’ergastolo: ha ucciso la fidanzata colpendola sette volte alla testa probabilmente con un attizzatoio (sarà stato un delitto d’impeto ma nessuno ci crede), ha nascosto nel freezer il corpo della ragazza e per giorni ha portato avanti una messinscena (poi smascherata) per dimostrare che la vittima era ancora viva e in fuga chissà dove. Dunque ha rivelato una mentalità perversa e malvagia. I giudici non hanno riconosciuto l’aggravante della crudeltà durante il delitto e così grazie al rito abbreviato questo signore ha strappato trent’anni. La pena è pesante, ma si meritava l’ergastolo. I meccanismi giudiziari però sono un’altra storia. beppe.boni@ilcarlino.net
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