Caro Bersani, laico credente

Bologna, 19 luglio 2014 - Carissimo Giovanni, mi chiedono di scrivere di te. Mi è più semplice e vero scrivere a te. E sono a ringraziarti per la tua lunga vita! Di questo dobbiamo ringraziare il Signore, ma la strada non breve e ormai piuttosto lunga che anch’io ho percorso mi ha insegnato che la vita non è ‘quanto’ si vive, ma ‘come’ si vive.

Oggi ti vengo a far visita con queste righe sul Carlino per dirti la mia gioia e la mia riconoscenza per come vivi e per come sei vissuto. All’Ospedale mi capita spesso di essere accanto a qualcuno che il Signore sta chiamando a Sé.

Altre volte sono a parlare in convegni medici dove ci si chiede come condurre la vicenda di chi non può più ricevere cure sulla terra perché di Lui vuole ormai occuparsi il Signore. Sono occasioni nelle quali mi sembra che l’importante sia aiutare le persone a comprendere come la loro vita sia stata buona e feconda, e come sia bello poter ringraziare tutti quelli che ci sono stati vicini e ci hanno fatto del bene.

Per un credente la grande riconoscenza è prima di tutto verso il Signore. Per chi non ritiene di avere il dono della fede c’è la bellezza e la commossa dolcezza per tutti coloro che in ogni modo ci hanno accompagnato e sostenuto. Messe insieme tutte le cose, mi sembra sia bello capire che l’importante è vivere bene fino alla fine l’avventura di questa piccola povera vita. Così, alla Parrocchia della Dozza ci siamo messi d’accordo che è proibito morire!

Perché non bisogna morire: bisogna dare la vita! Ecco perché tanti in questi giorni vogliono festeggiarti: perché tu, straordinario ‘raccontatore’ del Vangelo, lo racconti con la tua stessa vita. E così regali la tua vita. Quello che di te mi ha sempre affascinato e di cui mi sei stato maestro è la tua genialità di raccontatore ‘laico’. Tu sei in assoluto la figura opposta a quella, triste, dell’ateo devoto. Sei infatti il laico credente. Sei la figura del cristiano che tale è, e lo è fino alle testimonianze più alte, etsi Deus non daretur, anche se, o come se, Dio non esistesse.

La tua umanità è la fonte di ogni tua interpretazione e azione cristiana della vita. Per questo, molti non cristiani si sono trovati e si trovano bene accanto a te. La tua parola e ogni tuo progetto cercano il cristiano nell’umano, e per questo molti che sono entrati a lavorare nella vigna della tua vita si sono scoperti cristiani per come nella loro umanità tu hai seminato Vangelo. Soprattutto il Vangelo dei poveri e il Vangelo della pace. Il tuo segreto, che tutti conosciamo e ammiriamo, è che tu, anche nel più piccolo e nel più povero riconosci l’immagine di Gesù. Molte volte si pensa di risolvere i grandi drammi della povertà portando grandi risorse.

Tu, invece di moltiplicare i pani, spezzi il pane buono della tua sapienza e del tuo amore, e questo genera nelle persone un fermento di vita nuova che li incoraggia a sperare e a vivere una vita nuova. Grazie di tutto, caro Giovanni. Ricordi quando quattro anni fa sono caduto per qualche giorno in uno strano coma? Mi hai telefonato qualche giorno dopo per dirmi che la cosa era in quei giorni capitata anche a te. Solo che tu eri rimasto molte ore in solitudine. L’abbiamo ricordato anche chiacchierando a un martedì di San Domenico. Scamparla è un po’ come risorgere. Spero che possiamo continuare a far Pasqua insieme. Un abbraccio affettuoso. Benedicimi. Tuo. Giovanni.

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