Bologna, 21 maggio 2015 - E' l'umorismo ciò che colpisce dritto al cuore e alla mente, nel lavoro di Gianluca Gimini, imolese, classe 1983, architetto non praticanete, grafico e designer che insegna all'università di Ferrara, nel corso di prodotto industriale ad Architettura. E poi scrive e progetta tantissimo, là nel suo quartier generale: casa sua a Imola. Gimini è un perfetto figlio del suo tempo. Fa molta autoproduzione sviluppando idee personali, lavora da sé ma è coinvolto in tante collaborazioni (anche con Massimo Iosa Ghini), ha vari clienti ma una certa soddisfazione gli deriva dalle richieste degli amici che gli commissionano lavori in libertà. E poi è un “social-entusiasta”. Attualmente, tra un articolo e una lezione, la progettazione di una maglietta iconica (Magliette Molto Belle) e lo studio del brand di vari clienti, lavora al progetto “Draw me a Bicycle”: per 5 anni ha chiesto a gente incontrata per caso di disegnare una bici da uomo per riprogettare un mondo su due ruote davvero irresistibile.
Se volete saperne di più sul suo lavoro: www.gianlucagimini.it, il suo “negozio”: clicca qui; Magliette Molto Belle: clicca qui; i biglietti da visita: clicca qui; i totem - clicca qui
Qual è il processo creativo dietro ai suoi progetti, dai biglietti da visita al design, dalle t-shirt alle illustrazioni e fino ai lavori d'immagine per i clienti?
In me c'è un impulso in cui sento che mi è venuta un'idea da un'osservazione. L'associazione di varie idee è poi automatica e aggiungerei che il mio fare spesso battute di spirito in quelche modo influisce.
Qualche esempio di questo “dietro le quinte” della sua osservazione sul mondo e sul design?
Uno è quello dei Totem. Avevo una ciotola presa a un mercatino, un vasetto di vetro e una lampadina, stavo facendo ordine e mi è venuta voglia di impilarli, mi è piaciuto l'effetto estetico e ho iniziato a produrne altri, fino ad arrivare a una serie di 5. A quel punto il processo era chiuso. Oppure c'è il progetto delle magliette che ho realizzato partendo dall'osservazione di un post stupido ma con tantissimi like su Facebook.
Sono intriganti i suoi biglietti da visita. Qualche anno fa ne aveva uno adesivo, oggi, invece, ne ha addirittura sei...
Quello adesivo è stato divertente per quel che è durato. Ora ne ho sei con il retro uguale, coi miei dati, e il fronte con impressi oggetti che ho realizzato.
Mi sta parlando di un trend forse? Quello di mettere sui biglietti le cose che si producono...
Sì è così, ma personalmente non amo essere eccessivamente didascalico e quindi ho scelto delle macro, non riconosci subito il soggetto, devi studiarlo un po' se ne hai voglia.
Altre mode?
Le grafiche hipster. Il loro minimalismo, però, è abbastanza banale, non quello bello con contenuto concettuale iper riassunto che segue il meccanismo a togliere caro ai maestri del design italiano.
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