"Boom di liste d’attesa: 2 anni per una colonscopia e uno per risonanza"

La denuncia dei sindacati: "Situazione intollerabile, stop alla libera professione fino al ripristino di tempi accettabili"

(Foto Schicchi)

(Foto Schicchi)

Bologna, 29 luglio 2014 - Colpire gli organici equivale a colpire l’utenza, perché l’allungamento delle liste d’attesa è diventato oramai insostenibile. Sembra essere chiaro il messaggio lanciato Cgil, Cisl e Uil, insieme alle rispettive sigle di categoria. "I dati parlano da soli", sottolinea Antonella Raspadori (Fp Cgil). Tra i 12 e i 18 mesi d’attesa per una protesi all’anca. Quasi due anni per una colonscopia e un anno per una risonanza all’addome. Per un holter si va dai 104 giorni a Bologna fino ai 171 nella pianura ovest. "Una situazione assolutamente intollerabile - tuona la Raspadori - per questo chiediamo di sospendere la libera professione fino al ripristino dei tempi stabiliti dalle delibere regionali". Il problema degli organici carenti riguarda tutte le aziende sanitarie del territorio.

A San Giovanni in Persiceto le carenze rendono impossibile la trasformazione dell’ospedale in un ‘polo per la riabilitazione’. A Porretta è stato chiuso il punto nascite. Al Maggiore e al Sant’Orsola i sindacati giudicano insufficienti le nuove assunzioni rispetto alla reale portata di mobilità e pensionamenti. "La situazione è a rischio collasso", avverte Mario Iavazzi (Fp Cgil). Se entro settembre non ci saranno risposte si darà il via alle proteste, dalla sospensione dello straordinario ai presidi davanti la prefettura.

Alberto Schincaglia della segreteria Cisl sollecita l’intervento dell’assessore Luca Rizzo Nervo, chiamato a far valere di più il suo ruolo nei confronti della "scarsa affidabilità" delle direzioni sanitarie. In ogni caso, riguardo alle prossime elezioni regionali, i sindacati auspicano che e non si parli più di un medico come assessore alla Sanità. Lo stop alle figure "tecniche" da parte dei sindacati deriva dall’assenza di risposte dell’attuale assessore Carlo Lusenti, specialista in Urologia. Di buon occhio anche l’ipotesi di un bolognese ai vertici della sanità emiliano-romagnola.

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