Lotta al Califfato, gli alleati reagiscono. Italia nelle retrovie

Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 28 novembre 2015 - Mi domando come mai certi personaggi politici questa volta non sollecitino il premier (non eletto), a partecipare fattivamente all’alleanza anti-Isis. Onore e rispetto bisogna dimostrare di meritarli. Non tutti gli italiani sono vigliacchi ed opportunisti come ci fanno apparire agli occhi dei cittadini del mondo. Mauro Tombesi, Montecassiano (Macerata)

Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

NELL’INCONTRO di Parigi di due giorni fa il premier Matteo Renzi ha detto un paio di cose che lasciano perplessi. Uno: «L’Isis si combatte anche con la cultura». Due: «I francesi sono nostri fratelli». Entrambe le affermazioni sono smentite dai fatti. L’Isis è difficile da sconfiggere anche con le bombe e quindi serve una strategia militare più strutturata. Con i convegni e i libri i risultati non sono garantiti. Se consideriamo nostri fratelli i francesi dobbiamo seguire l’esempio di Inghilterra e Germania che mettono a disposizione aerei, navi e uomini per combattere gli «uomini in nero». Anche il generale Carlo Jean, docente ed esperto di strategia militare, su queste pagine, ha definito «ambigua la posizione dell’Italia». Se non diamo una mano ai Paesi alleati quando sarà il momento di aiutarci sulla Libia ci ripagheranno con la stessa moneta.

beppe.boni@ilcarlino.net

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