Sanremo, il Piccolo Coro dell'Antoniano incanta l'Ariston / FOTO

Il Coro dello Zecchino d'Oro ha celebrato così i 60 anni di vita

Il piccolo coro dell'Antoniano a Sanremo (foto Ansa)

Il piccolo coro dell'Antoniano a Sanremo (foto Ansa)

Bologna, 9 febbraio 2017 - Grandi e piccoli talenti. Stasera in apertura della terza puntata di Sanremo il Piccolo Coro “Mariele Ventre”dell’Antoniano di Bologna ha solcato il palco dell’Ariston. Con questa prima esibizione prende il via la sessantesima edizione dello Zecchino D’Oro . Ricorrenza che verrà celebrata con un ricco programma di eventi distribuiti durante l’anno. I piccoli 60 cantanti bolognesi hanno intonato un medley dei più famosi brani tratti dal repertorio dello Zecchino d’Oro. Repertorio che di anno in anno cresce sempre di più, grazie alle canzoni inedite di artisti e parolieri che arrivano all’Antoniano. In una sequenza ininterrotta di voci e melodie, il coro diretto da Sabrina Simoni ha intonato “Il caffè della peppina”, "Il Valzer del moscerino", “Volevo un gatto nero”, “Il coccodrillo come fa”, “Popoff”, “44 gatti” e per concludere in bellezza “Le tagliatelle di nonna pina”.

Tra l’emozione e lo stupore del pubblico, i piccoli cantanti hanno padronato il palco come solo i più grandi artisti sanno fare. D’altronde, i valori a cui si ispira il piccolo coro dell’Antoniano sono quei valori che solo un uomo di grande talento e cultura può condividere: pace, solidarietà e accoglienza. Infatti, in quanto Testimonial di Antoniano onlus per i progetti di solidarietà e per l’iniziativa"Il Cuore dello Zecchino d’Oro", la “Sanremo dei piccoli” diventa il simbolo di una musica che va oltre le singole note e rappresenta l’aspetto umano e sociale che si nasconde dietro un brano cantato.

Dopo avere regalato la spilla del Piccolo Coro a Maria De Filippi e Carlo Conti, i talenti bolognesi hanno abbandonato il palco cantando il tormentone italiano dei Ricchi e Poveri, “Che sarà”. Per una sera milioni di telespettatori sono tornati di nuovo bambini e, allora, per non dimenticare la leggerezza e l’innocenza che questi piccoli artisti ci hanno trasmesso, non resta che chiedersi: “Ma il coccodrillo come fa?”.

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