Nettuno d’Oro, le lacrime di Belinelli

Il campione di San Giovanni in Persiceto si commuove in Cappella Farnese. Merola: “Marco, un esempio per i giovani d’oggi” (VIDEO E FOTO)

Marco Belinelli e il Nettuno d'Oro

Marco Belinelli e il Nettuno d'Oro

Bologna, 17 settembre 2014 - La Cappella Farnese, carica di storia, onori e ricchezze viene letteralmente ribaltata, per un'ora, da Marco Belinelli. Anzi, dalla Beli-mania perché davanti alla storica Cappella di Palazzo d'Accursio, nel cuore di Bologna, si formano code. Code di giovani e meno giovani che vogliono toccare il campione. Vogliono sorridere con lui. Vogliono una foto, un autografo, un ricordo di un momento speciale. E' venuto il momento speciale per Marco Belinelli e per Bologna, in attesa della festa in programma domani, a San Giovanni in Persiceto, con la consegna del Pesco d'Oro. Tanta gente in attesa, lui, camicia scura con collo alla coreana, fende la folla, sorridente.

E' come un prolungamento della festa cominciata lo scorso 16 giugno quando è diventato - primo italiano di tutti i tempi - campione Nba. Il cerimoniale del Nettuno d'Oro (GUARDA IL VIDEO) subisce qualche piccola variazione in corso d'opera. Non potrebbe essere altrimenti perché ancor prima che la cerimonia abbia inizio, tutta la gente - e in Cappella Farnese ce n'è davvero tanta - scatta in piedi per applaudirlo. Marco ricambia, ringrazia poi prende posto al tavolo, tra il sindaco Virginio Merola, alla sua sinistra e lo storico allenatore, Marco Sanguettoli alla sua destra. Alla sinistra di Merola, l'assessore Luca Rizzo Nervo, poi, nelle prime file, accanto alle autorità militari, il rettore Ivano Dionigi, l'assessore Matteo Lepore, il presidente della Lega Basket Fernado Marino, i presidenti di Virtus e Fortitudo Renato Villalta e Dante Anconetani, gli ex bianconeri Gigi Serafini, Aldo Tommasini e Tojo Ferracini, l'allenatore delle giovanile Fortitudo Roberto Breveglieri, il coach Marco Calamai, il sindaco di San Giovanni in Persiceto Renato Mazzuca, il consigliere della Fip Giancarlo Galimberti, il presidente della Fip Emilia Romagna Stefano Tedeschi, il vice presidente della Virtus Claudio Albertini, il presidente del Coni Emilia Romagna Umberto Suprani, il delegato provinciale del Coni Rino Lolli, il presidente per la consulta dello sport Renato Rizzoli, l'assessore Riccardo Malagoli, la presidente dell'Antal Pallavicini Roberta Finelli.

C'è tutto il mondo sportivo. C'è soprattutto la commozione, una prima volta, di Marco Belinelli. In quattro minuti passa il video con i suoi trionfi Nba. Le prime immagini in maglia Virtus, poi quelle in Fortitudo e in Nazionale. David Stern e il 27 giugno 2007, quando viene scelto dai Golden State Warriors, le lacrime del 16 giugno di quest'anno, quando vince il titolo. L'occhio lucido di Marco viene intuito anche dalle ultime file perché lui cerca di nascondere il volto. Si mette le mani nelle orecchie quasi per non sentire l'applauso di chi apprezza quel momento di commozione genuina (GUARDA IL VIDEO).

A Marco Sanguettoli, il suo primo allenatore alle giovanili della Virtus, il compito di un lungo e apprezzato intervento. "Ora Marco è un campione, una persona conosciuta e, anche se a lui non piace questa  parola,  è  un  vip.  Allora  quando  sono  con  lui è facile che i ragazzini  o  le persone lo fermino per un saluto o per chiedere una foto o un  autografo.  Guardate io non ho mai visto un minimo accenno di noia o di stanchezza  in  lui. E' il primo a essere contento di tutto questo. L'altro giorno  quando  era  in palestra da noi alla fine volevamo fare una foto di gruppo  unica  con Marco in mezzo, ma poi i ragazzini hanno voluto ciascuno una  foto  da solo con lui. E lui è stato lì mezz'ora. La gente poi mi dice sempre che non pensava di poter parlare con una persona così importante che si  comporta  come il vicino del cortile. Ecco, lui non mette a disagio gli altri.

E questo è un altro valore importante e concludo dicendo che siccome oggi  i  ragazzini che vogliono fare lo sport assorbono dai campioni tutto, purtroppo anche gli aspetti negativi, io credo che se riescono a capire che si  può  essere  campioni  pur rimanendo fedeli a valori importanti come la famiglia,  come  gli  amici,  come  il  luogo  di  nascita  San Giovanni in Persiceto dove Marco ama stare quando è qua e che non è necessario fare una vita  da  persone distanti, snob, scostanti, o sopra le righe. Se capiscono che  si può diventare campioni anche così, io credo che sia un insegnamento importante  e che questo premio voglia anche dire questo. L'ultima cosa che dico  è  che  se  ora pensate di trovare un Marco che gongola, che si siede sugli  allori, che si riposa e che vive di rendita vi sbagliate, perché lui ha  alzato  ancora  l'asticella e farà ancora qualcosa prima di smettere di giocare e mi auguro che presto potremo festeggiare ancora una volta insieme a lui".

Lo esalta il sindaco Merola. Ribadisce gli stessi concetti il suo collega di San Giovanni in Persiceto Renato Mazzuca. C'è anche l'intermezzo divertente con un collegamento Skype. Dall'altra parte del mondo c'è Zoran Savic, che lo volle in Fortitudo, bruciando sul tempo Treviso, Roma e Siena che erano sulle sue tracce. Luca Rizzo Nervo legge le motivazioni che hanno portato l'amministrazione comunale a concedergli l'ambito riconoscimento. Il sindaco va oltre. "Di  Marco  molto  è  stato  detto  e  scritto e molto continueremo a dire e scrivere, ci auguriamo, quindi noi tutti lo conosciamo. Desidero   solo   evidenziare   come   Belinelli   rappresenti  un  esempio significativo  per  i  giovani  di oggi: un ragazzo disposto al sacrificio, alla  rinuncia,  all'impegno,  pur di raggiungere un obiettivo. Questo è un messaggio  molto  importante,  sempre, è uno dei valori fondamentali che ci trasmette  lo sport e che contribuisce a rafforzare i valori di cui abbiamo bisogno  come  comunità.  Ed è un messaggio molto importante soprattutto in questo momento per i nostri giovani".

Ancora Rizzo Nervo: "Marco Belinelli l'americano è in realtà Marco il bolognese: profondamente legato  alla  terra  dove  è  cresciuto.  Ha dimostrato di essere un grande professionista   della   pallacanestro,  dotato  di  un  enorme  talento  e soprattutto  di  una  straordinaria forza di volontà che gli ha permesso di arrivare al successo passo dopo passo, fino ad entrare a pieno titolo nella storia del basket mondiale. Bologna  è  fiera  di  aver  dato  la  possibilità di sviluppare il proprio talento  sportivo  a  questo  grande atleta, che onora l'Italia e la nostra Città con i suoi successi internazionali, con la sua simpatia ed umanità. Nel  conferirgli  il  Nettuno  d'Oro,  l'amministrazione comunale augura a Marco  Belinelli  di conseguire nuovi e prestigiosi traguardi ed esprime la propria  gratitudine  per  l'esempio  e  l'incoraggiamento  fornito a tanti giovani a cimentarsi nell'attività sportiva".

Parlano di Marco, Marco Barbieri e Michele Serra, suoi compagni della Virtus ai tempi della giovanili. "La forza di Marco è che è sempre rimasto uguale. E' diventato un grande campione. Ma è rimasto l'amico di sempre". Solo parole al miele per Marco, che abbraccia Sanguettoli, si commuove nuovamente.  "Sono felice di aver smentito tante persone", dice rispondendo a Renato Villalta che, qualche istante prima aveva confessato di aver avuto qualche dubbio, anni fa. Poi Marco teme di aver trasceso, si scusa quasi con Villalta. I due si abbracciano, convinti.

E' un altro canestro da tre. Poi prima di concedersi, per una mezzora buona, ad autografi e foto, Marco traccia la linea. "Felice di essere qua. Felice di aver ricevuto questo riconoscimento che mi riempie d'orgoglio. Sono soddisfatto. Devo ringraziare tutti, la mia famiglia, i miei fratelli, Elisa Guarnieri la mia manager. Sto bene negli Stati Uniti, voglio continuare a vincere perché odio perdere. Un giorno forse mi metterò a fare altre cose, ora gioco e vorrei continuare a vincere con gli Spurs. Mi sono commosso, è vero. Ho pianto. Tanto che al sindaco del mio paese, Renato Mazzuca, ho chiesto che, almeno domani, non mi facciano piangere".

Butta via quel groppo che aveva in gola, Marco, si butta in mezzo ai suoi tifosi, alla sua Bologna. Nessuno può fermarlo. Nessuno potrà togliergli quel primato che ha conquistato con sudore e sacrificio: il primo italiano di tutti i tempi a vincere il titolo Nba.

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