Camera penale, veleni e minacce durante le elezioni del 2012

Due avvocati denunciano tutto in Procura, ma l’inchiesta resta al palo

Toghe (Imagoeconomica)

Toghe (Imagoeconomica)

Bologna, 11 marzo 2015 - Proprio nei giorni in cui gli avvocati stanno rinnovando il consiglio dell’Ordine, un’inchiesta della Procura nata dalla denuncia di due avvocati racconta una vicenda non proprio edificante per la categoria. Il caso in realtà è piuttosto risalente nel tempo, ma l’indagine dei pm è tuttora in corso, anzi è appena stata conferita una consulenza grafologica per cercare di scoprire l’autore di alcune lettere minatorie che hanno dato origine alla denuncia.

Partiamo dall’inizio. Siamo a dicembre 2012 e la Camera penale, cioè l’associazione degli avvocati penalisti, deve rinnovare il consiglio direttivo. La presidente uscente, Elisabetta D’Errico, non si può ricandidare per raggiunto limite di mandati e si apre la lotta alla successione. C’è uno scontro fra cordate, che qualcuno nell’ambiente legge malignamente come la lotta fra i ‘bolognesi’ e i ‘calabresi’, e si cerca di uscire dallo stallo trovando un candidato unico che metta tutti d’accordo.

Alla fine si trova in Nicola Mazzacuva, illustre avvocato nonché professore di diritto penale all’Alma mater, che riesce a pacificare gli animi. Nelle more della trattativa, a due avvocati contrari all’accordo, Giovanni Sacchi Morsiani e Filippo Giunchedi, arrivano tre lettere anonime, uguali nel testo. La prima arriva ai due dominus di Sacchi Morsiani e Giunchedi, cioè i professori nel cui studio lavorano gli interessati: «Spiega a Sacchi che è meglio mettersi da parte per la Camere penale. C’ha solo da perdere. Grazie».

Stesso messaggio per Giunchedi. Qualche giorno dopo ne arriva un’altra: «Non fidatevi di nessuno». Poi la terza: «Fuori per sempre». I due legali vanno dai carabinieri e fanno denuncia. Sacchi Morsiani ci torna a ogni bigliettino ricevuto. L’inchiesta, però, parte molto a rilento, come fosse un esposto anonimo. Solo nel luglio 2014 il fascicolo diventa contro ignoti per minacce. E nelle settimane scorse il pm, dopo aver sentito il denunciante, ha affidato una consulenza grafologica sulle lettere.

Fin qui la cronaca. Ora, in attesa degli sviluppi investigativi, resta lo sconcerto di fronte a ciò che è avvenuto nel foro. Del caso sono stati informati anche l’Ordine e la Camera penale, cui sono state inoltrate per conoscenza le denunce. Ma i vertici cadono dalle nuvole: «Della vicenda non so assolutamente nulla», dice Mazzacuva. «Non ricordo», dice il presidente uscente dell’Ordine, Sandro Callegaro. «In effetti ho presentato le denunce, ma non posso entrare nel merito della vicenda», si limita a dire Sacchi Morsiani.

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