Regione, oggi l'addio di Errani. Approvata la nuova legge elettorale: abolito il listino

Il sistema maggioritario sarà salvaguardato eleggendo nei singoli collegi provinciali i consiglieri necessari ad assicurare una maggioranza stabile a chi vincerà le elezioni

Vasco Errani

Vasco Errani

Bologna, 22 luglio 2014 - Si concludera’ domani, con un atteso intervento di Vasco Errani in aula, la legislatura regionale Emilia-Romagna. Nel suo intervento Errani confermera’ le proprie dimissioni. L’Assemblea legislativa, intanto, ha approvato la nuova legge elettorale regionale. Errani, che aveva gia’ annunciato le proprie dimissioni all’indomani della condanna in appello per la vicenda Terremerse, aveva accettato la richiesta di ‘congelarle’ per alcune settimane per consentire al Consiglio di approvare alcuni provvedimenti ritenuti urgenti. Fra questi, appunto, le modifiche alla legge elettorale. 

Nelle prossime elezioni, infatti, non ci sara’ piu’ il cosiddetto ‘listino’, ovvero la quota bloccata di consiglieri eletti per far scattare il premio di maggioranza. Il sistema maggioritario infatti sara’ salvaguardato eleggendo nei singoli collegi provinciali i consiglieri necessari ad assicurare una maggioranza stabile a chi vincera’ le elezioni. Introdotta anche la doppia preferenza di genere. L’intervento di domani di Vasco Errani e’ atteso non solo per ragioni ‘tecniche’: si trattera’, infatti, dell’ultimo atto istituzionale di un presidente che ha governato l’Emilia-Romagna per 15 anni e segnera’, quindi, la fine di un ciclo. La nuova legge e’ stata votata praticamente all’unanimita’ (unico astenuto il consigliere di Fratelli d’Italia, Mauro Malaguti). Dopo le polemiche di ieri in commissione sull’emendamento che fissava il dimezzamento del numero delle firme da raccogliere in caso di elezioni anticipate solo se si fosse andati al voto oltre 150 giorni prima della naturale data delle elezioni, oggi, con il passo indietro del Pdl - che ha abbassato a 120 giorni la soglia - la frattura tra grandi e piccoli partiti si e’ ricomposta. 

Con la nuova legge, quaranta dei cinquanta consiglieri saranno eletti con criterio proporzionale sulla base di liste coincidenti con le province; altri nove con sistema maggioritario su un unico collegio regionale, un seggio riservato al primo dei candidati non eletti alla carica di presidente - carica che da ora non potra’ essere ricoperta dalla stessa persone per piu’ di due mandati consecutivi. 

Non partecipano al riparto dei seggi le liste che abbiano ottenuto meno del 3% dei voti validi, a meno che non siano collegate a un candidato presidente che abbia ottenuto almeno il 5% - la proposta che aboliva lo sbarramento e’ stato bocciato.  A garantire la governabilita’ dovrebbe essere un premio di maggioranza per la coalizione vincente, che in ogni caso dovra’ disporre di almeno 27 dei 50 seggi (in precedenza il ‘premio’ minimo portava la maggioranza a 29). Nelle liste, i candidati di entrambi i generi dovranno essere rappresentati in maniera paritaria e viene introdotto il criterio della doppia preferenza di genere: si potra’ esprimere una seconda preferenza sulla scheda elettorale solo se di genere diverso dal primo candidato. 

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