Ospedale Sant’Orsola, arte e passioni come terapia dell’anima

Progetto pilota dedicato alle pazienti del reparto di ginecologia oncologica. Polpatelli: “Così cambiano prospettiva” VIDEO Il progetto

Bologna, una delle attività previste dal progetto

Bologna, una delle attività previste dal progetto

Bologna, 23 febbraio 2016 - Un progetto pilota (video), partito ad aprile scorso, ospitato dal Sant’Orsola e dedicato alle pazienti, o ex pazienti, del reparto di ginecologia oncologica dell’ospedale bolognese.

Voluto e finanziato dall’associazione onlus Go for Life, composta da medici e pazienti, il progetto promuove concretamente il principio secondo il quale ogni struttura ospedaliera si dovrebbe fare carico globalmente della persona nella sua integrità e non solo dei suoi “aspetti clinici”. E così, qui, accade.

Partita ad aprile scorso e tutt’ora in corso l’iniziativa è stata voluta dalla dottoressa Lucia Polpatelli , medico del Sant’Orsola con specializzazione in ginecologia e in psicologia clinica nonché membro dell’omonima onlus. Fu lei che undici mesi or sono contattò Cosimo Mendis, formatore olistico professionista e insegnante di meditazione e Qi Gong, l’attuale guida degli incontri corpo del progetto che si tengono una volta alla settimana da allora in un’area dedicata all’interno dell’ospedale.

Le lezioni di Mendis sono un mix di particolari esercizi collegati alla medicina tradizionale cinese e di meditazione. “In Cina questo singolare Qi Gong che si chiama ‘Il drago e la tigre’ è utilizzato per persone che soffrono di malattie degenerative come i tumori”, spiega Mendis, “mentre la parte di meditazione, che occupa la fase due di ogni singolo incontro, affonda le sue radici in un metodo di lavoro che ho portato in Italia anni fa, Deva Work, e nel quale aiuto le pazienti a liberarsi da blocchi emozionali”, spiega l’operatore olistico.

“Il nostro ruolo”, spiega poi la dottoressa Polpatelli, “è quello di accompagnare le pazienti verso un cambio di prospettiva, aspetto molto importante quando si è colpiti da una patologia così totalizzante. Viviamo tutti come se fossimo immortali e la malattia è spesso un pretesto che scoperchia il magma di vita della persona rimasto, fino a quel momento, nascosto. E a volte la malattia diventa paradossalmente un’opportunità”, continua la psico-oncologa a guida del progetto pilota in essere al Sant’Orsola, “per mettere in fila un po’ di cose e ricominciare a vivere in modo diverso. Le persone così accompagnate durante questo percorso non sono più quelle di prima, ma spesso vi è in loro una trasformazione profonda che porta a una crescita personale e spirituale, un cambio di prospettiva grazie al quale riescono a comprendere chiaramente cosa conti davvero nella vita…”.

Le attività della onlus Go for Life, di cui questo progetto pilota guidato da Cosimo Mendis e dalla dottoressa Lucia Polpatelli fa parte, propone e organizza altre attività volte a integrare le terapie cliniche a cure di altra natura capaci di prendersi cura della persona-paziente nella sua integrità e complessità.

Come ad esempio il laboratorio teatrale con la compagnia Archiovio Zeta, quello di musicoterapia con Luca Ciriegi, gli incontri di danza e movimento terapia con Agata Rosato, fino ai laboratori di scrittura creativa con Alessandro Mantovani.

“Il Policlinico Sant’Orsola è ben felice di ospitare queste attività nell’ottica, che persegue, di una cura della persona a tutto tondo”, conclude la dottoressa Polpatelli. Ed è importante raccontare l’Italia che, anche a Bologna, c’è e realizza progetti innovativi, necessari per iniziare a pensare a un sistema, l’uomo, che non è fatto a compartimenti stagni ma è composto da “parti” strettamente interconnesse tra di loro.

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