Infezione intacca il cuore, 17enne salva con intervento-record

Sant’Orsola, la giovane è stata operata dall’équipe di Roberto Di Bartolomeo

Una delle sale operatorie della Cardiochirurgia del Sant’Orsola

Una delle sale operatorie della Cardiochirurgia del Sant’Orsola

Bologna, 27 luglio 2016 - Settimane trascorse in ospedale e la terribile notizia di una valvola cardiaca compromessa a soli 17 anni. Un vero calvario quello vissuto da una famiglia del bolognese, che in queste ore sta ritrovando la serenità. Può riprendere la sua vita normale, infatti, la giovane operata dall’équipe di Roberto Di Bartolomeo, direttore della Cardiochirurgia del Sant’Orsola, che qualche giorno fa ha ricostruito la tricuspide della ragazza. «Ci è crollato il mondo addosso», ricostruisce il padre, con la voce tradita dall’emozione. E che non trova più le parole per ringraziare lo staff del Policlinico.

Tutto inizia a metà maggio, quando la ragazza contrae un’infezione da stafilococco. La ragazza, in preda alla febbre, viene ricoverata al Sant’Orsola nel reparto di Malattie infettive di Pierluigi Viale, dove il batterio viene isolato, rendendo possibile individuare la terapia antibiotica mirata. Ma non finisce qui, perché la malattia è arrivata al cuore destro e – cosa rara vista l’età – ha lasciato dietro di sé una gravissima insufficienza della valvola tricuspidalica. «Questa valvola – spiega Di Bartolomeo – si presta poco alla riparazione dei lembi. Di solito si procede alla sostituzione, che però nel tempo non dà risultati eccezionali». Anzi, per la ragazzina avrebbe comportato ulteriori interventi nel corso della vita: la protesi, infatti, nei pazienti giovani va incontro a calcificazione precoce e nel tempo sarebbe stato necessario sostituirla. E così è stata fatta una scelta diversa.

«L’eccezionalità di questo intervento è data dalla stretta collaborazione con il reparto di Malattie infettive e con l’Istituto di Cardiologia – prosegue Di Bartolomeo –. Assieme ai colleghi che hanno isolato il germe dell’infezione e ai cardiologi abbiamo monitorato la situazione fino a quando non si sono verificate le condizioni ideali per l’intervento». E a quel punto la valvola, invece che essere sostituita da una protesi biologica, è stata ricostruita riutilizzando i lembi sani rimasti, rinforzandoli con una corda tendinea artificiale in gore- tex. Un’altra particolarità è stata la modalità dell’intervento, un mini accesso toracico: un accesso poco invasivo tenendo conto della giovane età della paziente. «Abbiamo praticato una toracotomia – continua Di Bartolomeo –, una piccola incisione di 5/6 centimetri per una migliore estetica. La ragazza è già in reparto dove ha già ripreso la sua vita normale; al controllo ecocardiografico la valvola è tornata alla sua normale funzionalità».

Così come la normalità potrà tornare in famiglia «dopo questa esperienza terribile». Dopo mesi di febbre alta e visite in ospedale «in cui abbiamo visto nostra figlia da dietro una mascherina». Il ricordo di quelle lunghe ore fuori dalla sala operatoria è ancora vivo. «E’ entrata alle 17 ed è uscita alle 23 e ci hanno subito tranquillizzati sull’esito dell’intervento. Mia figlia è stata molto forte e ha reagito bene. Avevamo già organizzato le vacanze con le amiche, è saltato tutto, ma ora sappiamo che potrà vivere una vita normale».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro