Vittorio Sgarbi: “Farò il sindaco”

Il critico d'arte: "Potrei essere il candidato di una lista che colleghi Pd e Forza Italia. Questi i miei assessori"

Sgarbi è stato sindaco di Salemi

Sgarbi è stato sindaco di Salemi

Bologna, 20 agosto 2015 - «Allora sì, sarò il sindaco di Bologna». Non serve nemmeno formulare una domanda compiuta: Vittorio Sgarbi è un fiume in piena, come sempre. Di essere ‘sondaggiato’ come candidato civico da Forza Italia lo scopre al telefono, ma lui era già pronto a fare un passo avanti.

Mi scusi, ma lei non ha dichiarato di voler fare l’assessore a Milano?

«Allora vede che non capisce niente... Nessuno sa che nella riforma Bassanini, quella dove si è deciso di fare indossare la fascia come in miss Italia, si rendono incompatibili i ruoli di sindaco e consigliere di un’altra città, ma le cariche di nomina come l’assessore sono compatibili con il ruolo di sindaco».

Vuole dire che farebbe l’assessore a Milano e contemporaneamente il sindaco a Bologna?

«Certo, le città italiane sono tre in assoluto: a Roma è meglio non partecipare perché c’è troppa corruzione. Milano è l’unica da non perdere, perché è la città dove le cose accadono. Quindi qualsiasi cosa uno voglia fare, se non si vuole rinunciare alla politica ci si deve candidare a Milano. Ma Bologna è la terza città italiana che ha caratura degna di attenzione. Firenze è marginale, perché l’economia toscana è meno importante di quella emiliana».

Qualcuno a Bologna le ha chiesto di candidarsi?

«Da almeno cinque o sei fonti mi sono arrivate richieste. Mentre a Milano l’ho proposta io, per mettere in gioco una dialettica, a Bologna sono stato contattato durante i giorni di apertura della mostra su Cimabue e Morandi».

Chi gliel’ha chiesto? Fabio Roversi-Monaco?

«Sì. Non è che me l’ha chiesto lui come persona singola, ma si è fatto portavoce di un gruppo di persone».

E si candiderebbe in alternativa a Merola?

«Io potrei essere un candidato di una lista unica che colleghi Pd e Forza Italia. Merola potrebbe fare il vicesindaco. La Lega ha un problema, anche se sono amici: creerebbero una contrapposizione bipolare. Se candidi Merola proponi un nome locale, se candidi Sgarbi vai oltre Pd e Fi. Io ho un profilo antibipolare, sono uno che si candida solo se non c’è nessun altro. Tanto il bipolarismo non c’è più».

Quindi vorrebbe essere il candidato sia del Pd sia di Forza Italia?

«Verrò a Bologna e parlerò con Bonaccini: non sarò più del Pd io che Merola? Sono un amico e socio di Oscar Farinetti (patron di Eataly; ndr), lo mettiamo come assessore al Buon gusto. Un altro assessore all’Eleganza sarà Brunello Cucinelli. E poi Romano Montroni all’Istruzione».

Suona come fantapolitica. Rimanendo le cose come stanno, cioé con Merola candidato, lei sarebbe disposto a correre in modo alternativo?

«Se la sinistra candida Merola, un nome pesante come il mio potrebbe essere utile all’altra parte politica. Ma è sbagliato perché Renzi ha fatto un polo centrista, con 40% al centro e 20 e 20 dalle altre parti che non sono comunicanti: Grillo e la Lega».

Cosa serve a Bologna?

«Bologna deve avere un sindaco nazional-universale, che tutti conoscano. Ha bisogno di essere percepita come una grande città europea. Deve essere come il suo snodo ferroviario».

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