Il paleodentista curava la carie già 14mila anni fa

La scoperta di un team guidato dall’Università di Bologna. Il trapano? Una punta di selce

Il terzo molare inferiore dello scheletro trovato sulle Dolomiti Venete

Il terzo molare inferiore dello scheletro trovato sulle Dolomiti Venete

Bologna, 14 luglio 2015 – La prima seduta dal dentista risale a 14mila anni fa. E’ la scoperta che sarà pubblicata sulla rivista Scientific Reports e firmata da un gruppo di ricerca guidato dall’Università di Bologna. Tutto è iniziato da uno scheletro risalente al paleolitico scoperto nel 1988 sulle Dolomiti Venete, a Riparo Villabruna da un team dell’Università di Ferrara.

I ricercatori composti da esperti del Dipertimento di Beni Cultirali dell’Unibo e dai loro colleghi ferraresi del Dipertimento di Studi Umanistici hanno analizzato una una lesione cariosa, presente sul terzo molare inferiore (mandibolare). Varie analisi scientifiche confermano che la cavità cariosa è stata intenzionalmente trattata, per ripulirne il tessuto infetto, tramite l’utilizzo di una punta microlitica (cioè una piccola punta di selce). Fino a oggi le più antiche evidenze di trattamento dentale erano datate a 9.000-7.000 anni fa, ma la nuova scoperta retrodata di 5.000 anni la prima seduta dal dentista.

I risultati suggeriscono come, nell’evoluzione umana, le forme rudimentali di trattamento dentale fossero un adattamento del già noto «toothpicking» (bastoncini di legno/osso utilizzati già a partire da 2 milioni di anni per esportare piccoli frammenti di cibo rimasti intrappolati tra i denti), ri-utilizzato per sollevare ed asportare (ma non trapanare) il tessuto infetto.

«Quello che i risultati mostrano – spiega Stefano Benazzi dell’università di Bologna, coordinatore del gruppo di ricerca – è che il dente del Villabruna rappresenta la più antica evidenza di intervento manuale su una carie. Questa scoperta suggerisce inoltre che nel Paleolitico Superiore finale l’uomo era consapevole degli effetti deleteri delle infezioni cariose e della necessità di intervenire, tramite l’ausilio di strumenti microlitici, sul tessuto malato per rimuoverlo e pulirlo in profondità».

«La nostra scoperta – aggiunge Marco Peresani dell’ateneo di Ferrara – mostra come gli albori della medicina dentale sfrutti abilità, competenze creative e tecnologiche presenti ben prima del Neolitico, facendo quindi risalire al Paleolitico Superiore finale lo sviluppo, seppur incipiente, delle pratiche chirurgiche (dentali)».

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