Ti vogliamo bene

La rubrica 'Cose di questo mondo'

Don Giovanni Nicolini

Don Giovanni Nicolini

Bologna, 24 maggio 2015 - CARA amica, obbedisco alla sua richiesta, anche se non le nascondo il mio imbarazzo. Lei mi chiede di non pubblicare quello che mi ha scritto, e mi chiede di scrivere solamente se accetto di incontrarla. E di scriverlo sulla rubrica di questa domenica! È la prima volta che mi capita di fare una simile ‘operazione’. E spero sia l’ultima! Anche perché lei mi suggerisce di trascrivere qui solo l’ultima frase della sua lettera. E lo faccio perché i nostri lettori possano capire le ragioni del mio acconsentimento. Dunque la frase che posso trascrivere è questa: «Quando una ventenne è disperata come sono io, che cosa deve fare?». Mi sembra ci sia subito una prima possibile risposta: «Cerchi subito chi le vuole bene». So di espormi alla reazione quasi inevitabile: «Nessuno mi vuole bene». Questo deve essere considerato con prudenza! Sono sicuro, per tutto quello che lei mi scrive, che qualcuno le vuole molto bene. E lei lo sa! L’esperienza di una vita ormai molto lunga mi ha insegnato, spesso con severità, che l’amore è obbedienza. 

L’AMORE esige che ci si lasci amare. Ma questo ci chiede di accogliere chi ci ama così com’è! Non sempre possiamo ubbidire a quello che ci è chiesto di dire, di fare, di pensare… Ma è necessaria quell’obbedienza che non esige che l’altra persona sia come vorremmo noi. O pensi come noi… Può succedere che accogliere il bene che le persone ci vogliono diventi poi capire quanta sapienza ci possono regalare quelli che con semplicità e grandezza d’animo ci vogliono bene. La vita è più complessa e ricca di come a noi parrebbe bene. Scegliere, come lei dice, di doversi fidare del prete che la domenica scrive sul Carlino, non è una condizione augurabile. Molti accenni contenuti nella sua storia mi fanno pensare che altri ben più di me potevano sostenerla e consolarla. E restituirla alla speranza. Accetto quindi di incontrarla nei modi che lei mi indica. Ma poi spero di poterla accompagnare da chi le saprà stare vicino con doni di amore e di sapienza che io non sono certamente capace di comunicarle. Dunque, a presto. E ai miei amici lettori, buona Domenica di Pentecoste.   

 

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