Tragedia migranti, per l’Onu non c’è fretta

di Beppe Boni

Bologna, 3 settembre 2015 - New York Time critica l’Europa. Sostiene che non fa abbastanza per gli immigrati ma non dice che nella destabilizzazione del Nord Africa e del Medio Oriente, sono stati gli stessi americani, a fare i guai maggiori per poi abbandonare l’Europa. E’Onu discuterà solo il 30 settembre l’emergenza migranti. Ma l’Onu serve solo a mangiare soldi? Riccardo Bellei, Sassuolo (Modena)

Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

L’ORGANIZZAZIONE delle nazioni unite discute, media, cuce, smussa le crisi. Con calma. E, come nel caso della tragedia biblica dei migranti, se la prende comoda. L’estate è un inferno di sbarchi, morti in mare, scontri alle frontiere di mezza Europa prese d’assalto? Niente di male, non agitiamoci. L’Onu continua a riflettere e fissa una riunione sull’emergenza il 30 settembre come se dovesse fare il punto di fine estate sul turismo. Si discute e si litiga sull’accoglienza ma ancora nessuno ha il coraggio di agire in modo concreto. Il politologo americano Edward Luttwak sostiene che l’Italia deve bombardare i barconi vuoti poichè esistono i mezzi tecnici per individuarli con la certezza che non vi sia nessuno a bordo. Con o senza la risoluzione Onu, con o senza il consenso dei duplice governo libico. E’ una proposta forte. Meglio dell’immobilismo.

beppe.boni@ilcarlino.net

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