Tumore al seno, prevenzione e cure innovative

Fa tappa a Bologna la campagna di informazione promossa da Europa Donna Italia. Appuntamento con i ‘Grandi esperti della salute’ al Royal Carlton Hotel

Gli screening mammografici

Gli screening mammografici

Bologna, 15 marzo 2016 – Informazione e prevenzione al primo posto per combattere il tumore al seno. Mercoledì 16 fa tappa a Bologna la campagna ‘Diritti al centro. la qualità della cura dà più tempo alla vita’, promossa da Europa Donna Italia e realizzata con il contributo non condizionante di Roche. Per assistere all’iniziativa con i ‘Grandi esperti della salute’, appuntamento al Royal Carlton Hotel, alle 18,15. La campagna ha una grande rilevanza sociale sia in termini di formazione delle Associazioni pazienti chiamate, dal 2016, a ricoprire un ruolo sempre più determinante nelle unità di Senologia, sia di informazione, essendo rivolta a tutte le donne italiane, perché in caso di diagnosi di carcinoma mammario, siano correttamente informate e possano scegliere la cura giusta. Nonostante i grandi passi avanti che ha compiuto la ricerca negli ultimi trent’anni, il tumore al seno continua a essere il nemico numero uno delle donne.

Solo in Emilia Romagna si stimano oltre 3.750 casi per il 2014, con un’incidenza di 99 nuovi casi ogni 100mila donne. Un tumore che non accenna ad arrestare la sua corsa ma che al contrario fa registrare un aumento di casi tra le giovani donne con meno di 45 anni2. «Ecco perché è fondamentale continuare a informare e ribadire alle donne il loro diritto a conoscere per scegliere la qualità di cura (dalla diagnosi ai trattamenti e fino al follow-up) in caso di tumore al seno – dice Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia – rivolgersi a una Brest Unit per ‘essere presa per mano’ e avere maggiori chance di essere curata al meglio. L’approccio multidisciplinare e gli elevati standard di assistenza e cura di un centro di senologia certificato non solo garantiscono maggiori probabilità di sopravvivenza, si stima che il tasso di sopravvivenza delle pazienti è maggiore del 18%, ma anche una migliore qualità di vita lungo tutto il percorso della malattia».

Una delle peculiarità dei centri di Senologia specializzati è quella di riunire tutte le figure professionali coinvolte nella diagnosi e cura delle donne colpite da carcinoma mammario, tra cui oncologo, chirurgo senologo, radiologo, psico-oncologo, fisiatra e infermiera di senologia, per rispondere nel migliore dei modi alla complessità della gestione del cancro della mammella evitando lunghi giri a volte anche all’interno dello stesso ospedale. «Oggi, il chirurgo senologo è chiamato a esercitare una chirurgia sempre più conservativa e sempre meno demolitiva come un tempo, ma sempre impegnativa e mai banale. Non dimentichiamo che il 30-35% di tutti i tumori della mammella non sono palpabili, quindi necessitano di una chirurgia conservativa che, però, non vada a discapito delle necessità oncologiche di rimuovere correttamente il tumore – precisa il professor Mario Taffurelli, direttore dell’unità operativa di Chirurgia generale e della mammella e responsabile clinico della Breast Unit del policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna e vice presidente dell’Associazione Senonetwork Italia Onlus – Ecco allora che la chirurgia radioguidata e la medicina nucleare, grazie alla precisa localizzazione e ad accessi chirurgici più adatti, garantiscono risultati eccellenti anche nella rimozione dei carcinomi più piccoli. Inoltre, il chirurgo senologo non deve più essere soltanto lo specialista che interviene in sala operatoria, ma anche un clinico e un ricercatore». Di concerto con il chirurgo senologo interviene l’oncologo medico, responsabile di individuare il trattamento personalizzato per ogni singola paziente, figura essenziale del Breast Team chiamata a lavorare con un approccio multidisciplinare per garantire trattamenti ottimali e alta qualità di cure ma anche impegno nella ricerca clinica.

«Grazie alla ricerca clinica, l’armamentario terapeutico a nostra disposizione si è arricchito di diversi farmaci innovativi in grado di colpire uno specifico bersaglio, riducendo in questo modo gli effetti collaterali ed aumentando i potenziali benefici a favore di una migliore qualità di vita, ad esempio nei sottotipi di tumore mammario più aggressivi, come la malattia Her2 positiva la combinazione di due anticorpi (pertuzumab e trastuzumab) e la chemioterapia ha dato un significativo impatto sulla sopravvivenza dei pazienti, con risultati mai raggiunti in passato – spiega il dottor Claudio Zamagni, direttore dell’Oncologia Medica Addarii del Sant’Orsola –. Proprio per le forme Her2 positive, una recente innovazione riguarda l’evoluzione della via di somministrazione della terapia biologica standard. Le nuove formulazioni sottocute oltre a essere meno invasive e più rapide rispetto a quella endovenosa, riducono gli effetti collaterali mantenendo la stessa efficacia».

Oltre alle qualità di cura offerta dagli specialisti, un ruolo fondamentale è ricoperto dall’assistenza. «Tra Breast Unit e associazioni di volontariato è prevista una stretta collaborazione. In quasi tutte le Regioni, sono già presenti associazioni dedicate al tumore al seno, che spesso lavorano in sinergia con le aziende sanitarie locali, operando negli ospedali per dare assistenza e supporto alle pazienti – precisa Patrizia Bagnolini, dell’associazione ‘Il Punto Rosa’ di Santarcangelo di Romagna – Per la paziente, infine, avere un unico punto di riferimento è fondamentale anche per affrontare l’iter della malattia con serenità e per abbattere i molti ostacoli di tipo psicologico». Negli ultimi 30 anni la ricerca ha fatto grandi passi in avanti tant’è che la sopravvivenza continua a crescere costantemente: grazie alla prevenzione e al corretto iter diagnostico-terapeutico, oggi in Italia 9 pazienti su 10 sopravvivono, infatti, a cinque anni dalla diagnosi e la grande sfida per il futuro è rendere la patologia sempre più guaribile.

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