Chiesto l’ergastolo per Nicola Nanni, uccise la madre Tommasina Olina

La 78enne pensionata venne trovata col cranio fracassato a colpi di scure a Badolo di Sasso Marconi

La riesumazione del cadavere di Tommasina

La riesumazione del cadavere di Tommasina

Bologna, 27 gennaio 2016 - Il pubblico ministero Stefano Orsi ha chiesto la condanna all’ergastolo per Nicola Nanni, accusato dell’omicidio della madre Tommasina Olina, pensionata 78enne morta con il cranio fracassato a colpi di scure più di 16 anni fa. La donna fu trovata il 6 gennaio 2000 all’ingresso del casolare dove viveva a Badolo di Sasso Marconi. Nanni è imputato davanti alla Corte di Assise, dove c’è stata la requisitoria del pubblico ministero. Nella prossima udienza, a maggio, prenderanno la parola i difensori, gli avvocati Pietro Giampaolo e Andrea Speranzoni.

L’indagine dei carabinieri fu dapprima archiviata senza colpevoli. Poi fu riaperta nel 2008 con l’analisi di alcuni oggetti. Tracce collegate al figlio furono repertate sul manico di un’ascia, trovata ripulita nella legnaia vicino al casolare; sulla lama invece c’erano tracce riconducibili alla madre, di cui furono riesumati i resti. Fu una perizia nel 2011 a dire che l’arma era compatibile con le ferite sul capo.

"Prendiamo atto della richiesta di ergastolo avanzata dal pm che se da un lato ci potevamo aspettare, ci lascia perplessi in punto di corretta analisi degli elementi di fatto richiamati a supporto e conseguente valutazione giuridica delle prove che hanno visto l'accusa dover sterzare all'ultimo momento rispetto all'originaria ipotesi accusatoria circa l'ora del delitto".

È il commento dei difensori di Nicola Nanni, avvocato Pietro Giampaolo e Andrea Speranzoni, alle conclusioni del pm nel processo ull'omicidio commesso a Badolo, nel 2000. «Vero è - proseguono i legali in una nota - che la Procura ha glissato sugli aspetti scientifici del processo che ne smentiscono infatti gli assunti accusatori. Rimaniamo fiduciosi e sereni di poter rappresentare la verità, certi dell'innocenza di Nicola Nanni». 

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