LUCA CARBONI
Cronaca

Una sera a cena con Eco e Dalla

L'intervento

Luca Carboni (foto Schicchi)

Luca Carboni (foto Schicchi)

Bologna, 22 febbraio 2016 - Immenso. Questo è l’aggettivo che associo a Umberto Eco. Mi è venuto spontaneo, appena ho saputo la notizia della sua scomparsa, di fare un tweet per ricordarlo. E me lo ricordo bene, quell’incontro con lui, tanti anni fa. Amava la buona tavola e mi ritrovai, un giorno, per caso, seduto con lui alla Trattoria di Monte Donato. Io ero lì con Lucio Dalla, ero un ragazzo che leggeva le sue ’Bustine di Minerva’ sull’Espresso. Lì casualmente, una sera tutti insieme... ero annichilito, lo ascoltavo chiuso in un rigoroso silenzio. Ho amato tantissimo ‘Il nome della Rosa’, un romanzo unico e straordinario che ha dimostrato la sua capacità di uscire dai generi, di spaziare in dimensioni diverse: non solo dal punto di vista stilistico ma anche etico.

Mi è rimasta impressa nella memoria in particolare una sua Bustina: diceva che invece di abolire l’ora di religione nelle scuole si sarebbe dovuto rendere obbligatoria l’ora di Storia delle religioni. Un concetto, un pensiero che ho condiviso e che appartiene anche al mio modo di vedere le cose. Non a caso questa riflessione sulle religioni è entrata a far parte anche del mio ultimo album ‘Pop-Up’ dove ho scritto una canzone che si chiama, non a caso, ‘Dio in cosa crede’.

Non lo so, ma forse quel ricordo lontano di una Bustina scritta da Umberto Eco, si è sedimentata nella mia mente ed è arrivata a sfociare oggi nel mio viaggio musicale.

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